Sofia Coppola vince il Leone d’oro

Il Festival del cinema di Venezia si è concluso sabato sera, 11 settembre, e il Leone d’oro, il primo premio, è stato vinto da Sofia Coppola.

“Vince il cinema cinema, quello adorato da Quentin Tarantino e dall’esercito dei suoi fan scatenati. Vince il suo mondo, quello dello spettacolo, ingannevole e luminoso, dove è difficile restare a galla, sospesi tra gli eccessi della fama e i silenzi della solitudine.
Vince il gusto dell’esagerazione, il fascino delle immagini, la prova di recitazione ai limiti del possibile. … Sofia Coppola, Leone d’oro per Somewhere, storia non poco autobiografica di una ragazzina figlia d’arte, sussurra un po’ spaesata: “Ringrazio mio padre che mi ha insegnato tanto”. Con Tarantino, anni fa, aveva vissuto una storia d’amore, e per questo in tanti, all’inizio della kermesse, avevano gridato al conflitto d’interessi. Lui, il presidente della giuria della 67ª Mostra, al problema non deve aver pensato neanche per un attimo: “Il premio a Somewhere – proclama – è stato unanime, il film ci ha incantati fin dal primo momento e, man mano che andavamo avanti, vedendone altri e poi discutendone, tornavamo sempre indietro, a parlare di questo”. Prima di consegnare il trofeo, il regista di Pulp fiction, smoking e occhiali neri, tradisce un momento di emozione, poi applaude, si sbraccia, grida “brava”. La Stampa.

Uso della lingua
cinema cinema: ripetere una parola nell’italiano colloquiale è di solito un rafforzativo.
tradire un’emozione: tradire di solito significa “betray”. L’espressione “tradire un’emozione” significa manifestare un’emozione involontariamente.
Si noti il linguaggio figurato, metaforico, di questo brano, tipo esercito di fan, restare a galla, figlia d’arte.

Emergency a Firenze, “Il mondo che vogliamo”





E’ iniziato ieri a Firenze il Nono incontro nazionale di Emergency 1. L’Italia della cultura e dello spettacolo si unisce a migliaia di volontari a fianco di Emergency e del suo manifesto “Il mondo che vogliamo. Lo scrittore napoletano Roberto Saviano, insieme a Gino Strada fondatore di Emergency, Vauro,   Antonio Tabucchi e Samuele Bersani, partecipa alla serata di apertura il 10 settembre condotta da Fabio Fazio al Mandela Forum  intitolata “Il mondo che vogliamo”, uno degli eventi principali dell’incontro che durerà fino a domenica prossima. Anche Patty Smith ritornerà sul palco di Emergency così come molti altri personaggi dello spettacolo, tra cui Serena Dandini famosa presentatrice televisiva e sostenitrice storica di Emergency, con i comici Neri Marcorè, Dario Vergassola, Antonio Albanese e Lella Costa. Canta Fiorella Mannoia canterà sabato e perfino Andrea Camilleri interverrà in favore di Emergency.
“Al centro della nostra attività non c’è soltanto la cura dei feriti di guerra”, ricorda la Presidente Cecilia Strada, “ma la difesa dei diritti della persona, che in tante parti del mondo vengono calpestati e negati”. Non importa andare troppo lontano, avverte poi. “Emergency sta per inaugurare un poliambulatorio a Marghera“, rivela, “dopo averne aperto uno a Palermo. C’è bisogno di noi anche in Italia, purtroppo. E non solo per assistere immigrati — regolari o clandestini per noi fa lo stesso — ma anche per aiutare tanta gente che per varie ragioni non riesce ad accedere al servizio sanitario nazionale (SSN). Anche qui da noi c’è una “guerra” in corso di cui si parla pochissimo, quella delle morti sul lavoro che contano ogni anno tante vittime”.
Notizie Culturali
Morti sul lavoro: sono chiamate anche “morti bianche“. L’Italia ha il primato europeo di incidenti sul lavoro.

Premio Campiello tutto femminile

Il Premio Campiello, uno dei più importanti premi letterari italiani, quest’anno ha visto due donne vincitrici, Michela Murgia, sarda, autrice di Accabadora (Einaudi), e Silvia Avallone, vincitrice del premio “opera prima”, con Acciaio (Rizzoli). Ma più che dei libri, si è parlato del décolleté della Avallone. E’ stato il giornalista e scrittore Gad Lerner (tra l’altro uno dei candidati al premio) a sollevare la questione in un articolo su del 6 settembre sulla Repubblica. Dice Lerner, “Ero seduto anch’io sul palcoscenico della Fenice di Venezia, sabato sera, quando d’improvviso abbiamo visto illuminarsi la faccia di Bruno Vespa: ‘Assegniamo ora il Premio Campiello opera prima a Silvia Avallone, autrice del romanzo Acciaio, e prego la regia di inquadrare il suo strepitoso décolleté”. Non soddisfatto, quando s’è ritrovato al fianco la giovane scrittrice vestita di chiffon, Vespa ha indugiato sul tatuaggio che ne orna una spalla, gliel’ha cinta e – rivolto alla platea degli industriali veneti promotori del Campiello – ha soggiunto: ‘La sto toccando e vi assicuro che nonostante il grande successo già conseguito, vibra ancora d’emozione’.

A quel punto ho incrociato lo sguardo con quello allibito di Michela Murgia, la trionfatrice dell’edizione 2010, seduta accanto a me. Con la sua autorizzazione, riferisco l’istintivo commento sussurratomi dall’ottima autrice di Accabadora: ‘Ma come è possibile? Vespa si comporta come un vecchio bavoso!'”. Non a caso l’articolo è intitolato, “Se anche la scrittrice è trattata da velina“. La Repubblica

Uso della lingua
velina: le veline sono le ragazze che fanno da contorno agli spettacoli televisivi di varietà. Il termine è diventato sinonimo della ragazza che esibisce il fisico per far carriera nel mondo dello spettacolo, facendo sbavare gli uomini, cioè facendosi desiderare.

Universita’, lessico di base per le matricole

In vista dell’imminente riapertura degli atenei e l’ingresso delle matricole, Repubblica offre un piccolo manuale di sopravvivenza per familiarizzare le nuove leve con il lessico universitario. Lo chiama L’ABC della matricola, e puo’ essere un utile strumento a studenti italianii e stranieri.
Ecco alcune delle parole da conoscere.
A come Appello
. Si chiama così la data in cui è possibile sostenere l’esame. 
B come Borse di studio. aiuti economici di diverso tipo, (più sostanziosi se si è studenti fuorisede), posti alloggio negli studentati e agevolazioni per accedere ai servizi (quali mensa e trasporti pubblici). 
C come Credito formativo. Per ottenere la laurea triennale occorrono 180  crediti formativi o cfu, 60 per ogni anno. Ciascun credito, convenzionalmente, corrisponde a 25 ore cumulative.  
D come Dispense. Nella maggior parte dei casi si tratta di sintesi ragionate degli argomenti trattati a lezione in vendita nelle librerie universitarie.
E come Erasmus. Un’esperienza divertente e formativa che fa anche curriculum: il progetto Erasmus, che promuove la mobilità e lo scambio degli studenti fra i Paesi membri della Comunità Europea e altri Stati convenzionati.  

L come Libretto.  Il libretto universitario, rappresenta il biglietto da visita dello studente. Contiene i risultati dei corsi seguiti e si presenta agli esami per far registare il nuovo voto. LaRepubblica.

Uso della lingua 

Nuova leva: è un modo diverso per dire la nuova classe (di studenti). Alle volte significa”generazione nuova”. 
ABC:Sono le prime lettere dell’alfabeto. È sinonimo di informazione di base o elementare di una conoscenza.

A Venezia un festival del cinema mai visto

Lietta Tornabuoni, critica del cinema della Stampa, parla delle novità del Festival del cinema di Venezia di quest’anno, alla 67° edizione,  iniziato il 1° settembre. “Ogni direttore, attraverso i decenni, ha sempre ripetuto che il suo festival era nuovo, mai visto, dicendo per lo più una consapevole bugia. Stavolta invece è vero. I nomi famosi del cinema non sono in concorso ma nelle sezioni laterali, dove presentano magari opere brevi o particolari. I film che competono per il Leone d’oro sono lavori di ricerca, a volte poco riusciti ma non banali, e alcuni dei troppi film italiani in concorso appartengono a questo tipo. Abbondano i documentari (i lungometraggi del genere sono 19) o i tentativi di cinema-verità (come se della realtà non avessimo più che abbastanza) e ritratti biografici di personaggi di ieri e di oggi…” La Stampa.

SOS, “La Cappella Sistina non respira più”

La Cappella Sistina non respira più a causa dei troppi turisti. Il fiato e la polvere  portati dai 4 milioni di visitatori che ogni anno restano a bocca aperta davanti ai capolavori di Michelangelo e dei suoi predecessori Botticelli, Pinturicchio, Signorelli, stanno mettendo a rischio gli affreschi appartenenti ai Musei Vaticani. Su alcune aree delle pareti e delle lunette del Giudizio Universale, si è depositato uno strato di polvere.  L´allarme viene lanciato dal direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, il quale spiega che i il problema sta nella troppa gente e negli impianti di climatizzazione inadeguati, e dalle spolverature insufficenti considerato il grande traffico.  L’aumento dei visitatori da 3 a 4 quattro milioni di persone l´anno si deve soprattutto all´orario più lungo e alle aperture serali straordinarie. La macchina “filtra polvere” introdotta nel 1993 mise la Sistina “sotto vuoto”. Ora l´aumento di fan di Michelangelo ha intasato le griglie: e le polveri in eccesso volano dove vogliono”. «Per conservare la Sistina in condizioni accettabili – sostiene Paolucci – per le prossime generazioni dobbiamo vincere una sfida persino più ardua di quella che Gianluigi Colalucci (principale autore del restauro della Cappella Sistina durato dal 1979 al 1999) seppe vittoriosamente affrontare alla fine del secolo scorso».Repubblica
 

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Uso della lingua

restare a bocca aperta: rimanere senza parole, espressione che esprime stupore. (open mouthed)

Eataly arriva a New York

“Il primo dubbio, che poi è stato anche la mia prima rivelazione, l’ho avuto a Union Square” dice Oscar Farinetti, l’ideatore di Eataly, il supermercato del gusto. “Un banco di frutta vendeva pere del New Jersey e io ne acquistai una con la speranza – nemmeno troppo inconfessata – che non avrebbe retto il paragone con le nostre. Dire che, assaporandone la polpa zuccherina, io sia letteralmente caduto dal pero è un fin troppo facile gioco di parole, però rende l’idea. Il 31 agosto, a New York, s’inaugura Eataly; ma non è l’Eataly che avevo immaginato tre anni fa, la prima volta che iniziai a girare Manhattan in lungo e in largo alla ricerca di un luogo adatto per aprire negli Usa. Non lo è perché, dopo quella pera, le cose non sono più state le stesse. Quel frutto mi ha regalato il dubbio, il meraviglioso dubbio, che qui non tutto fosse hamburger e patatine; che anche qui ci fosse una cultura del cibo; che esistessero contadini e allevatori innamorati della loro terra e dei loro animali; soprattutto, che qui io potessi imparare e fare meglio”. La Stampa.

Uso della lingua
cadere dal pero: è un modo di dire che esprime stupore