Anche con la crisi gli italiani non rinunciano alle vacanze

Italian News Clicks e le sue autrici vi salutano e come la maggior parte degli italiani vanno anche loro in ferie.
Ci ritroviamo a settembre.

BUONE VACANZE A TUTTI!

E tanto per restare in tema, ecco il quadro aggiornato delle vacanze degli italiani nel 2011.

“Poco più di 33 milioni di italiani, pari al 55% della popolazione, si è già mossa o si muoverà da giugno a settembre, incrementando proprio a giugno e settembre la propria scelta a discapito di luglio ed agosto.”
Il 78% sceglie l’Italia (rispetto al 70% del 2010) e solo il 21% (rispetto al 27% del 2010) preferisce l’estero, contribuendo a produrre ricchezza economica nel proprio Paese”,
Inoltre gli italiani, a causa della crisi, taglieranno di 1 giorno il loro periodo di vacanza, passando dalle 12 notti del 2010 alle 11 notti di quest’anno.
Si conferma, inoltre, la tendenza a modificare le modalità della vacanza, soprattutto dettata dall’esigenza di risparmiare: aumentano i viaggi “mordi e fuggi”; aumenta la ricerca di ospitalità presso amici e parenti; cresce il numero di vacanzieri “fai da te”, che organizzano il proprio viaggio approfittando delle innumerevoli offerte proposte soprattutto sul web.
 Saranno “salate” le vacanze estive degli italiani con incrementi fino a 360 euro a famiglia. Ad oggi, una vacanza all’estero di durata compresa tra i 7 ed i 10 giorni costa complessivamente il 12% in più rispetto allo scorso anno. Ma a cambiare sono anche le mete scelte dagli italiani per le vacanze estive 2011: in discesa libera i Paesi del nord Africa ed il Medio Oriente a causa delle forti tensioni interne. In testa alle destinazioni abbandonate dai vacanzieri italiani si trovano Siria, Giordania, Egitto, Mar Rosso, Tunisia e Marocco. “Il tutto – spiega Rienzi – a vantaggio di altri Paesi dell’area Mediterraneo come Grecia, Croazia, Spagna e Turchia che registreranno una crescita del turismo italiano”. 
Ansa

Uso della lingua

mordi e fuggi: veloci
fai da te: autosufficiente, autonomo (in questo contesto che non comprano pacchetti turistici).
salato: caro, costoso
in discesa libera: in rapido calo.

La civiltà del “Lei” contro quella del “Tu”

L’immagine è di blogosfere

blogosfere.it, il  più grande network italiano di blog professionali, propone un  interessante dibattito sull’uso del “tu” e del “lei” in Italia.

“La questione del “Tu” e del “Lei” è ormai esplosa, lanciata da Beppe Severgnin e ripresa da un giornalista del Corriere della Sera, Vittorio Messori. Tutti e due anche se in forma diversa si dichiarano paladini del “Lei” infastiditi dal recente “dilagare del Tu“.

Con il solito umorismo Severgnini spiega che  “il tu”: “Quando viene proposto educatamente è gradevole (“Senta, Beppe, possiamo darci del tu?”).” Trova invece insopportabile il:
TU PREPOTENTE Il barista cinquantenne si sente dare del tu dal primo che passa (“Fammi un caffè”). Ma non può restituirlo (“In tazza grande o te lo verso direttamente in quella tua boccaccia?”).

TU CONFIDENZIALE Il dirigente d’azienda si rivolge alla nuova assunta trentenne come se fosse sua figlia (“Lucia, portami quella pratica”). Se la giovane donna è carina, va pure peggio (“Lucia, dolcezza, avvicinati con quella bella cartellina”). Dopo i venticinque anni siamo tutti adulti: se non esistono motivi di amicizia, familiarità o colleganza, è bene partire col “lei”. Poi si vedrà.
TU TRASANDATO L’infermiera ventenne si rivolge al paziente (anziano professore in pensione): “Tu, mettiti lì e aspetta”. Aspetta tu, bimba: chi ti dà il permesso di usare questo pronome e questo tono? Corriere.it (rubrica Italians)

 Più intransigente e meno scherzosa è la posizione di Messori che dice di avere una vera e propria “allergia” al Tu e parla quasi di uno scontro di “civiltà”. Ecco alcune delle sue motivazioni.
Il ricordo della sua gioventù nel Sessantotto, in cui sembrava tornato il tempo di Achille Starace che aveva abolito il «lei».
I 17 anni di liceo nella vecchia Torino, dove i professori ti davano del «lei» dalla quarta ginnasio, cioè dai 14 anni.
Il padre, militare per cinque anni nel Regio Esercito, dove era impensabile dare del «tu» persino all’ultima delle reclute.

Ogni totalitarismo impone la «fraternità» a colpi di «tu» obbligatorio. Dunque, non è questione solo di gusti o di galateo: l’impegno per salvare il «lei» (o, per chi preferisca, come al Sud, il «voi») è forse un piccolo ma significativo impegno per la libertà. Il Corriere.it

Uso della lingua
paladini: difensori

dilagare: straripare, invadere.

Note culturali
sembrava tornato il tempo di Achille Starace che aveva abolito il «lei»: Achille Starace era il segretario del Partito Fascista. Fu l’inventore e il realizzatore di motti, saluti e di tutto uno stile che diventerà tipico del regime, dal saluto al Duce perfettamente codificato, al “voi” fascista.
Il giornalista paragona l’ideologia dominante nel ’68 che puntava ad abolire per motivi egualitari l’uso del “lei”, a quella fascista.

Il Colossseo nel medioevo era anche un centro commerciale

Dei recenti scavi condotti dalla Soprintendenza speciale per i beni archeologici e da alcuni ricercatori della facoltà di archeologia dell’Università Roma 3, mostrano che durante il medioevo il Colosseo, l’antica “arena dei gladiatori” era un attivo centro commerciale con botteghe e attività produttive di vario tipo.
Gli archeologi hanno riportato alla luce i resti di un focolare, muri e una porzione di piano calpestabile risalente al XII secolo, quasi sicuramente appartenenti a un’abitazione. Tra i ritrovamenti ci sono anche un “calcatorium”, ovvero una doppia vasca che serviva per la conservazione del vino nel XIII secolo, alcune medagliette votive, monete e resti di ceramiche. Una conferma del fatto che il Colosseo, simbolo della “città eterna”, un monumento per noi oggi intoccabile, ha vissuto nei secoli diverse vite, e in certi periodi, come nel medioevo, era perfino utilizzato a mo’ di “residence” con bancarelle e botteghe come forse si possono vedere oggi sul Ponte Vecchio a Firenze o al mercato di  Rialto a Venezia. La Stampa.it

Uso della lingua

a mo’: al modo, come.

Informazioni culturali
Università a Roma: le tre principali università di Roma sono pubbliche e sono:  La Sapienza, (Università degli Studi di Roma 1),  Tor Vergata (Università degli Studi di Roma 2 ), e Università degli Studi di Roma 3.

Il futuro della moda è qui

In questo articolo il giornalista di D-La Repubblica intervista Colomba Leddi, direttrice del triennio di Fashion Design della Naba (Nuova Accademia di Belle Arti) di Milano, per sapere in che direzione andrà la moda e  chi sono i giovani studenti che saranno gli stilisti di domani.
Secondo la Leddi si sta assistendo in questi anni ad una grande rivoluzione nella moda  “In meno di tre anni ben due first lady hanno deciso di vestirsi low cost: seguendo l’esempio di Michelle Obama anche Kate Middleton, moglie del principe William d’Inghilterra, ha posato in occasioni ufficiali con vestitini di Zara o simili.” Un segnale chiaro che la moda non è più o non soltanto per un’elite ma è più vicina ai gusti della dalla gente comune. 
Gli studenti della Naba che studiano la moda  sono in aumento e non sono piu’ solo italiani.  Molti studenti provengono dall’Est europeo e molti sono cinesi. Mentre gli studenti italiani hanno un senso estetico già sviluppato e un gusto innato per abbigliamento,  quelli dell’est europeo hanno una bella energia creativa, una buona tecnica  e sono più liberi degli studenti italiani dai vincoli di gusto e di estetica dominanti.  I ragazzi cinesi, sopratutto quelli di seconda generazione, hanno sviluppato un interessante miscuglio di precisione e rigore cinesi e cultura italiana.
Secondo la Leddi i clienti di oggi sono più attenti, più sgamati,  meno condizionati dalla pubblicità o dai canoni estetici.  Sanno mischiare capi di qualità con capi low cost. Si sentono più  liberi  di scegliere cosa comprare e quanto investire. In quanto alla distribuzione  la tendenza futura sarà di comprare alla fonte.  Gli stilisti famosi si cimenteranno nell’industria low cost e perfino  le testimonial cambieranno. Le future testimonial saranno “le donne incontrate per la strada, libere da stereotipi e che mischiano vestiti come meglio credono.”
Insomma lo sguardo degli appassionati di moda ormai è sulla strada, sulla gente vera e sta ai giovani stilisti leggere e interpretare  le nuove tendenze.
D- La Repubblica

Uso della lingua

Sgamato: è un’espressione gergale romana che indica una persona che sa il fatto suo, che non si fa imbrogliare. Deriva da sgamare, che significa scoprire, soprattutto scoprire un imbroglio. (to suss out)

Gli under 30 in Italia, i grandi esclusi

Dei giovani italiani sotto i 30 anni uno su 5 è tagliato fuori.   Non studiano, non lavorano, non imparano un mestiere. Non fanno sport, non vanno al cinema, non leggono un libro. Dormono a lungo. Abitano a casa dei genitori. Vivacchiano rassegnati.
Non si tratta di quei “teenagers per sempre” apatici e inconcludenti protagonsiti di tanti film e romanzi che con uno schiaffo della vita ad un tratto ritrovano la buona strada e diventano adulti. Qui parliamo di 2 milioni e 100 mila giovani italiani in carne ed ossa  che vivono così, tagliati fuori dal presente e senza un futuro. Sono ragazzi tra i 15 e i 29 anni che i sociologi hanno gelidamente battezzati Neet: acronimo di “not in education, employment or training”. Tradotto: nullafacenti. Un pezzo di società che oggi con disagio sopravvive.
I Neet rappresentano addirittura il 22,1 per cento dei giovani italiani. Dato ben più alto di quello europeo: abbiamo raggiunto gli spagnoli, che da anni sono primatisti europei (20,4 per cento nel 2009 secondo Eurostat). E promettiamo di fare di più.

Colpa dello scenario economico, certo: ma non solo. E’ il clima generale a scoraggiare. E così, da scettici e disincantati, i giovani si trasformano in  fannulloni.
L’Espresso 

Uso della lingua
essere tagliato fuori: essere escluso
vivacchiare: vivere con difficoltà. Il suffisso ‘chiare’ attribuisce al verbo il significato di ‘poco e male’. Es: mangiucchiare, studiacchiare ecc..
in carne ed ossa: vero, reale.
nullafacente: che non fa nulla, disoccupato. Il termine non ha una conotazione dispregiativa a differenza del termine fannullone, che indica pure una persona che non fa nulla, ma che ha invece un significato derogatorio.

1000 parchi da riscoprire

Cascate dell’Acquafraggia

“Su per detto fiume si trova chadute di acqua di 400 braccia le quali fanno belvedere”: sono le cascate dell’Acquafraggia descritte da Leonardo da Vinci in un appunto raccolto nel Codice Atlantico. Scorrono a Piuto, in provincia di Sondrio, ed entusiasmarono anche i viaggiatori del Settecento e dell’Ottocento. Queste belle cascate ‘fracte’, spezzate da salti d’acqua, sono uno dei luoghi da riscoprire suggeriti dal giornalista Gianni Farneti nella sua nuova guida a oasi e parchi naturali italiani, 1000 oasi e parchi naturali da vedere in Italia (Rizzoli). … Filo conduttore del libro, un entusiasmo per la scoperta che porta alla ribalta tratti di costa e di mare sfuggiti alla speculazione edilizia e alla pesca industriale, valli, montagne, canyon, forre e caverne risparmiate (per ora) dal turismo di massa, o parchi nazionali inspiegabilmente trascurati. … Non è la classica guida naturalistica, il volume contiene oltre a belle descrizioni di flora, fauna e paesaggio, anche indicazioni pratiche su come arrivare e dove alloggiare e brevi note su feste e tradizioni popolari, su oggetti e cibi tipici. E soprattutto è ricca di appassionanti osservazioni di tipo storico, architettonico, artistico e letterario”. Sole 24Ore.

Uso della lingua

portare alla ribalta, la ribalta è la parte anteriore del palcoscenico. Portare alla ribalta significa mettere in rilievo.

Mamma cocker contro mamma tigre

Maria Luisa Rodotà

“La definizione [mamma cocker] è stata coniata da un panel di madri sciaguratissime – dice in un articolo molto spiritosa Maria Luisa Rodotà -, con figli ormai adolescenti e quindi fuori tempo massimo per seguire le indicazioni di Amy Chua (niente giochi a casa degli amichetti perché bisogna studiare, in castigo nell’angolo in caso di rifiuto degli esercizi di violino, voti altissimi o sono guai; eccetera). Le madri suddette si auto-giustificavano: saremo state delle pappamolle, dicevano, abbiamo ceduto per pigrizia e urlato fuori tempo massimo per esasperazione; ma abbiamo sempre fornito grandi quantità d’incoraggiamento e affetto. ‘Proprio come Maggie’, ha detto una delle sventurate, osservando la maleducatissima cocker dell’autrice di questo articolo e di sua figlia. Maggie stava saltando sul divano, dispensando e pretendendo, anche lei, affetto”.
Le Mamme Cocker hanno “una filosofia semplice e pragmatica: bisogna fare tutto e male. La mamma male, la lavoratrice male, la moglie male, l’amica male, l’amante male. Alla fine, confidano, andrà abbastanza bene. Al netto dei sensi di colpa grazie ai quali si giudicano malissimo. E fanno male. Perché loro, le Mamme Cocker, sono il gruppo sociale attualmente più versatile, operoso, interdisciplinare; con le maggiori capacità di organizzazione (improbabile), problem-solving (raffazzonato), crisis management (comprensivo delle solite urla). Perciò non andrebbero criticate, andrebbero valorizzate”. Corriere della Sera.

Uso della lingua

Come noterete, questo articolo fa abbondante uso di espressioni e termini colloquiali, tra i quali segnaliamo: il superlativo sciaguratissime – sciagurato significa malvagio, e qui ovviamente è usato in senso ironico -, fuori tempo massimo – un’espressione che viene dallo sport e significa superare il tempo fissato per terminare una gara -, pappamolle, che significa persona pigra, senza forza di carattere.

Hollywood si sposta sul Tevere, da Allen a De Niro tutti a Roma

Sembra di essere tornati agli anni ’50 e ’60, quando l’attività degli studi di Cinecittà era frenetica, i divi litigavano con i fotografi in via Veneto e Roma era la Hollywood sul Tevere. In questi giorni a Ostia si ‘rischia’ di incontrare Woody Allen, che tra mondanissime cene dall’amica Adriana Chiesa o da Carlo e Camilla di Borbone, e sopralluoghi in città, ha scelto il litorale romano per girare il suo film, il cui titolo dovrebbe essere ‘Bop Decameron’ e sulla cui trama e copione regna il massimo riserbo.
Dopo voci circolate sulla stampa che vedevano il regista di ‘Match point’ all’Excelsior, all’Hassler (dove ha cenato con i Borbone), o al St. Regis, adesso si sa che alloggia, insieme con la moglie Soon Yi e le figlie Manzie e Bechet, in una suite di 350 metri quadrati con cucina privata e terrazza al Parco dei Principi.
Da martedì prossimo lo raggiungeranno a Roma gli attori non italiani del film, da Penelope Cruz a Alec Baldwin, Judy Davis, Ellen Page e altri. Una vera invasione di star che riporta alla mente le serate in Via Veneto dei magnifici anni ’60, con Ava Gardner, re Farouk, Liz Taylor, Gregory Peck e Audrey Hepburn.
De Niro dovrebbe partecipare lunedì sera alla rassegna cinematografica ‘L’isola del cinema‘ in corso sull’Isola Tiberina.


Uso della lingua

divo: celebrità, star.
sopralluogo: visita di ispezione
litorale: costa
riserbo:discrezione