Hikikomori entra nel vocabolario italiano

Tra i neologismi del nuovo Zingarelli 2013 colpisce l’acquisizione ufficiale nel lessico quotidiano del termine Hikikomori. Solamente pochissimi anni fa quasi nessuno ne conosceva il significato, proprio perché si riferiva a una realtà adolescenziale relegata unicamente alla società giapponese.  
L’Hikikomori (indica appunto lo stare in disparte, l’isolarsi) è un ragazzo che volontariamente vive recluso nella propria camera da letto, rifiutando ogni contatto con amici e familiari e passando le proprie giornate davanti a un computer connesso in rete. Spesso vive come un clochard tra i propri rifiuti, di giorno dorme oscurando le finestre, la notte è impegnato, con altri suoi simili, sui social network o in interminabili sessioni multiplayer. I primi casi accertati di sospetti Hikikomori furono segnalati in Italia tre anni fa, si pensava che il fenomeno dei reclusi volontari in camera da letto fosse un esito della cultura e società giapponese, ma invece anche nel nostro paese fenomeni analoghi cominciarono a destare preoccupazione. La Stampa.

Uso della lingua
neologismo, termine introdotto di recente nella lingua
Zingarelli, è il nome di un noto dizionario italiano
clochard, è un sostantivo francese entrato nel lessico comune italiano; significa barbone, vagabondo.
Si noti la colorita mescolanza di lingue di questo breve articolo.

Una ricerca ricostruisce le migrazioni interne in Italia grazie ai cognomi

Una emblematica installazione costituita da una serie
di valigie alle Ogr di Torino per la mostra ”Fare gli italiani”


L’articolo descrive una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori italiani che hanno ricreato, seguendo i cognomi degli italiani, gli spostamenti di un immaginario signor Pinco Pallino. “Più che desta, l’Italia si è mossa. A parte le ricorrenti calate, invasioni e occupazioni dall’estero subite da un popolo abituato a essere, come diceva Voltaire, «il premio del vincitore», da secoli gli italiani si spostano su e giù per uno stivale di varia gradevolezza ma sempre affollato. Adesso una ricerca scientifica ricostruisce cinque secoli di migrazioni interne grazie a un’incredibile ricerca sui cognomi.”
  La ricerca è  stata condotta attraverso l’analisi dei cognomi presenti nei registri delle nascite  che le parrocchie italiane dal Concilio di Trento (nel XVI ) in poi, secolo, sono state obbligate a tenere. Confrontando i cognomi diffusi cinque secoli fa con quella del 1997 hanno potuto verificare, come spiega Manni, uno dei ricercatori, che  «se il cognome Pallino viene, per esempio, da Trento,  quanti Pallino vivono ancora a Trento e quanti se ne sono andati, e dove». Si sono potute dividere le provincie italiane in quattro grandi gruppi.
“Il primo è quello delle province «non attrattive», quelle, cioè, da cui è emigrata più gente e ce n’è immigrata meno. Dall’altro lato della scala ci sono le province più attrattive da cui nessuno si muove ma cui tutti muovono. In testa, come prevedibile, le tre grandi città: Roma, Milano e Torino.
 Le altre due categorie di province sono le isolate e i «corridoi». Le isolate sono quelle in cui nessuno si trasferisce ma da cui nessuno se ne va. I «corridoi», invece, sono le province «di passaggio», quelle da cui molti sono partiti ma in cui molti sono andati. Sono soprattutto in zona tirrenica, fra Liguria, Toscana e Lazio.”La Stampa

Note culturali

Pinco Pallino: un nome inventato che indica una persona qualunque. (Mr Whatnot.)
desta: e’ un gioco di parole che fa riferimento all’inno nazionale (National anthem) italiano le cui parole dicono: “Fratelli d’Italia  / L’Italia s’è desta, / Dell’elmo di Scipio / S’è cinta la testa.”
La parola desta significa svegliata.
Stivale: è una comune figura retorica. Si usa  un attibuto, la forma di stivale dell’Italia per riferirsi all’Italia stessa.

 

Ti porto all’orcanotrofio! La lingua ricreata dai bambini

“L’incomprensibile” è il tema della settima edizione del Festival internazionale Tuttestorie, che si svolge a Cagliari e in altri quattordici comuni sardi da oggi al 10 ottobre.
Dedicato alla letteratura per ragazzi, il festival ha per presidente David Grossman, che anni fa lo aveva scelto per il suo ritorno alla scena pubblica, dopo il lutto per la morte del figlio in guerra.
Di fronte a parole o a concetti incomprensibili i bamini spesso ci sorprendono con delle reinterpretazioni secondo loro piu’ sensate.
Questi sono alcuni divertenti esempi raccolti da Tognolini, uno degli organizzatori dell’evento.
Una bambina chiama il secondo episodio della saga di Guerre stellari “L’Impero col Pisciancòra”  –  forse un mitico gigante fanta-urinario, come Gulliver a Lilliput.  Un’altra minacciava la sorella che se non avesse fatto la brava sarebbe venuto un orco a portarla nel locale Orcanotrofio.   Anche quello delle preghiere  è un campo dove il mistero si presta bene alle riattazioni fanstasiose dei bambini.  Ad esempio la supplica rivolta alla Madonna: “Prega per noi beccatori “,  dal punto di vista di un bambino che non ha grandi colpe ha tutto sommato una sua logica. O come il comandamento “non nominare il nome di Dio in bagno” che visto dal punto di vista di un bambino che non conosce la parola “invano” sembra una raccomandazione assolutamene sensata. La Repubblica

Uso della lingua
L’Impero col Pisciancòra: in italiano il film si intitola “L’impero colpisce ancora”
Orcanotrofio:invece di Orfanotrofio, il luogo molto temuto dove si trovano i bambini abbandonati
Prega per noi beccatori: le parole dell’Ave Maria sono” Prega per noi peccatori”
Beccare: tra gli usi idiomatici di questo verbo c’e’: subire una sconfitta. Beccatori potrebbe significare: quelli che hanno “beccato” cioe’ le vittime.
Non nominare il nome di Dio in bagno:  uno dei dieci comandamenti recita” Non nominare il nome di Dio invano”.
Invano: significa in modo vano, inutile.