Verdi, narrar cantando

Mario Brunello e Marco Paolini

Verdi, narrar cantando è il titolo di un originale spettacolo musicale in onore di Verdi, di cui quest’anno si celebra il bicentenario della nascita. Lo spettacolo debutterà a Torino
al Teatro Regio giovedì 14 e poi girerà in tutt’Italia. Sarà composto di parole e musica, e naturalmente di canto. A suonare saranno al violoncello Mario Brunello e al pianoforte e all’armonium Stefano Nanni. La voce sarà di Marco Paolini che spesso collabora con l’amico Brunello.
«Col mio strumento farò tutte le voci: soprano, mezzo, tenore, baritono, basso. Ma a cantare sarà il pubblico. Abbiamo scelto arie da Rigoletto, Trovatoree Traviata: una più bella dell’altra, ancora capaci, anche quando la melodia è semplice, di dare i brividi, di parlare delle passioni e dei problemi di tutti», dice il violoncellista. …
Dalla «trilogia popolare» si passerà ad Otello, i cui quattro atti costituiscono il filo rosso dello spettacolo. Sono trascorsi trenta anni e Verdi non è più lo stesso: «E’ diventato un musicista che, attraverso anche un periodo di crisi, di riflessione profonda, è profondamente cambiato: rompe il meccanismo consueto di aria e recitativo per una musica in continua evoluzione, con delle soluzioni nuove, soprattutto armoniche».  La Stampa.

Note di cultura
Teatro Regio: è il teatro lirico di Torino
Mario Brunello: è uno dei maggiori violoncellisti italiani
Rigoletto, Trovatore, Traviata, Otello: sono tra le più note opere di Verdi. Per saperne di più clicca qui.

Chi era veramente Marinella

La canzone di Marinella del 1964 è senza dubbio una delle canzoni piu’ note e amate della musica leggera italiana. “Una canzone che, come dichiarò lo stesso De André in un’intervista, servì per “reinventare una vita e addolcire la morte”. Ma “la vera storia di Marinella, quella che l’ha portata al tragico assassinio, è diversa. Non c’è dolcezza né poesia nella sua morte.
La vera storia di Marinella, cosi come ce la racconta Roberto Argenta, uno psicologo di Asti, mostra un’Italia che cambia. I primi festini a luci rosse, l’arrivo della droga, bene di “lusso” destinato ai più ricchi e i fiumi di alcol. E le tragedie e gli efferati omicidi.
Marinella era Maria Boccuzzi, un donna di origine calabrese che aveva lasciato il lavoro da operaia per entrare nel mondo dello spettacolo. Ballerina col nome d’arte Mary Pirimpò, finì in un giro di prostituzione e fu uccisa. Il suo corpo venne lasciato nel fiume Olona, a Milano. Le indagini non portarono mai all’arresto del suo assassino.
Maria Boccuzzi, Marinella per De André, morì nel gennaio del 1953. Lui, Fabrizio, aveva solo 13 anni quando lesse la notizia. Nella casnzone che scrisse nel ’64 Marinella volò “in cielo su una stella”, ma in realta’ Maria finì i suoi giorni in un fiume. Questa la sua storia, quella vera.
 Blitz quotidiano

Uso della lingua
festini a luci rosse: la luce rossa segnalava sin dall’inizio del 900 la casa di una prostituta.
un bene: in questo contesto significa un oggetto (good/ asset).
un giro: un circolo, un ambiente

Trentamila italiani salutano Lucio Dalla nella sua Piazza Grande

Lucio Dalla, uno dei cantanti piu’ amati dagli italiani torna in Piazza Grande a Bologna circondato da trentamila “amici” accorsi a dargli il loro ultimo saluto. Non solo Bologna, ma il paese intero e’ in lutto per la scomparsa improvvisa di questo grande cantante.
A ricordarlo sul feretro tre oggetti, una rosa, una sigaretta e un cornetto portafortuna. Il cornetto è un regalo inviato da un suo amico professore di Napoli. La sigaretta, e la rosa erano invece, erano oggetti che Dalla aveva spesso fra le mani.
Su piazza Maggiore riecheggiano le note delle dieci canzoni scelte dall’entourage più stretto di Dalla, che andranno in loop tutto il giorno e anche domani mattina fino a quando inizieranno i funerali. Le canzoni sono nell’ordine “Tu parlavi una lingua meravigliosa”, “E non andar più via”, “Tango”, “Notte”, “Felicità”, “Cara”, “Ayrton”, “Apriti cuore”, “Le rondini” e infine “Caruso”. Sarà 4 marzo 43′ la canzone che verrà fatta ascoltare domani mattina all’apertura della camera ardente.
Un’ immagine dell’Ultima cena, in una rivisitazione moderna con Gesù e gli Apostoli raffigurati da giovani uomini, campeggia su un pannello nero alle spalle del feretro.
I funerali si svolgeranno domani, 4 marzo, giorno in cui avrebbe compiuto 69 anni, nella Basilica di San Petronio alle 14.30. Come richiesto dalla Cei all’interno della chiesa non risuonerà alcuna canzone di Lucio Dalla. Unico strappo alla regola sarà la lettura del testo di “Le rondini”, la canzone-poesia sul senso della vita scritta da Dalla nel 1990 da parte del suo partner Marco Alemanno.
Il Messaggero.it

Note culturali

Piazza Grande: è la canzone dedicata alla magnifica Piazza Maggiore di Bologna, che Lucio Dalla compose immedesimandosi nei panni di un senzatetto, abitante della grande piazza. Dalla memorabile canzone è nata l’associazione per i senza fissa dimora ‘Piazza Grande’, a cui Dalla era molto legato.
il cornetto: è considerato a Napoli un talismano della fortuna capace di allontanare gli influssi maligni e attirare quelli positivi

Don Giovanni alla Scala

Come tutti gli anni la stagione operistica alla Scala di Milano apre il 7 dicembre, il giorno di Sant’Ambrogio, santo patrono della città. Quest’anno di scena sarà il Don Giovanni di Mozart. “Tutto pronto alla Scala di Milano per l’apertura della stagione 2011-2012. Mercoledì 7 dicembre il sipario della sala del Piermarini si alzerá su una nuova produzione del «Don Giovanni» di Mozart, firmata per la regia da Robert Carsen e che vedrá sul podio, per la prima volta nella sua veste di direttore musicale del teatro, Daniel Barenboim. Anche quest’anno c’è l’anteprima dedicata ai giovani under 30, cui la Scala offre, il 4 dicembre alle 18,00, a 10 euro (i biglietti sono stati venduti tutti su internet) il «Don Giovanni».
Cast stellare per l’opera mozartiana e prezzi altrettanto stellari per la prima del 7 dicembre, dove le poltrone e i posti nei palchi cosiddetti pregiati, quelli cioè di primo e secondo ordine con la più ampia visuale sul palcoscenico, costano duemila euro più il 20 per cento del diritto di prevendita, per un totale di duemilaquattrocento euro. Ma si tratta, come ha più volte chiarito lo stesso sovrintendente della Fondazione lirica milanese, Stèphane Lissner, di un fund raising con cui il Teatro, grazie al pubblico particolarmente abbiente della prima, raccoglie in media tre milioni di euro indispensabili per la propria attivitá.
Cifre più abbordabili, si fa per dire, per i posti meno panoramici nei palchi, che scendono fino a un minimo di cinquecento euro, sempre diritti di prevendita esclusi, e per la piccionaia, che va dai 350 ai 50 euro. Ma, si sa, la serata del 7 dicembre ha un sapore prevalentemente mondano”. Il Sole 24Ore.

Note di cultura

santo patrono: in Italia ogni città ha un santo “patrono”, protettore, stabilito dalla chiesa. Di solito nel giorno dedicato a quel santo la città festeggia.
sala del Piermarini: si tratta della Scala, che fu progettata dal Piermarini, architetto del Settecento.

Sentieri selvaggi

Sentieri Selvaggi è un gruppo di musicisti che si propone di avvicinare la musica contemporanea al grande pubblico. E’ stato creato 14 anni fa da Carlo Boccadoro, Filippo Del Corno e Antonio Miotto, ed è formato da alcuni fra i migliori musicisti italiani: Paola Fre, flauto e piccolo; Marco Ghirardini, clarinetto e clarinetto basso; Andrea Rebaudengo, pianoforte; Andrea Dulbecco, vibrafono e percussioni; Piercarlo Sacco, violino e Aya Shimura, violoncello.
Il direttore è Carlo Boccadoro, la loro residenza è al Teatro Elfo Puccini di Milano.
Sentieri Selvaggi è anche contiguo al jazz, ed è logico. Nella biografia di Boccadoro (48 anni, nativo di Macerata) si legge che è compositore e diplomato in pianoforte, strumenti a percussione e tecnica dell’improvvisazione jazz studiata con Giorgio Gaslini; e nel sestetto c’è Andrea Dulbecco, vibrafonista di jazz e non solo, fra i più apprezzati a livello internazionale.
Dal 2005 Sentieri Selvaggi organizza a Milano un proprio festival di grande rilievo che è un’autentica stagione di concerti di musica contemporanea, intitolata nel 2011 all’Europa. Il Sole 24Ore.

Uso della lingua

piccolo: è l’ottavino, un flauto più piccolo dal suono molto acuto. In questo articolo si trovano molti nomi di strumenti musicali.

Un italiano sul podio dell’orchestra del Metropolitan

L’italiano Fabio Luisi sale sul podio più alto dell’opera americana, come principale direttore della Metropolitan Opera House di New York, a seguito di un ennesimo infortunio che potrebbe aver definitivamente messo la parola fine alla carriera dello straordinario James Levine.
Luisi, 52 anni, dopo gli studi nella natia Genova ha lavorato principalmente tra Germania, Austria e Svizzera. … Al Met ha debuttato come direttore d’orchestra nel 2005 con il Don Carlos e nella scorsa stagione ne è stato nominato principale Guest Conductor.
Negli ultimi mesi i rumors del mondo dell’opera parlavano con insistenza di una sua possibile successione del sessantottenne James Levine, che dopo una carriera quarantennale ha di recente sofferto di problemi di salute che sempre più lo hanno costretto a cedere la bacchetta. Il Sole 24Ore.

Uso della lingua

Don Carlos è un’opera di Giuseppe Verdi
bacchetta, baton, qui è usata in senso metaforico. Cedere la bacchetta significa cedere la posizione di direttore d’orchestra.

Nabucco per i 150 anni dell’Unità d’Italia

Continuiamo a riportare le iniziative volte a celebrare il centocinquantenario dell’Unità d’Italia che si svolgono in questi giorni. Sabato scorso a Roma il maestro Riccardo Muti ha diretto il Nabucco di Verdi.
“Un Nabucco pervaso di spirito risorgimentale. L’altra sera all’Opera di Roma l’obiettivo contro cui manifestare non era l’Austria imperiale, ma i tagli ai fondi per la cultura decisi dal governo. … il maestro Muti, già sul podio con la bacchetta in mano, si rivolge al pubblico e svolge questo paragone: ‘Il 9 marzo del 1842 Nabucco debuttava come opera patriottica tesa all’unità ed all’identità dell’Italia. Oggi, 12 marzo 2011, non vorrei che Nabucco fosse il canto funebre della cultura e della musica’.
“Poi è cominciato lo spettacolo. Ma l’episodio più inedito doveva ancora svolgersi. Giunto al famoso coro del terzo atto, quel ‘Va’ pensiero‘ che ha fatto tremare il cuore dei patrioti di un secolo e mezzo fa, la domanda era nell’aria: ci sarà un bis? Ma Muti, una volta finito il celeberrimo coro, fa di più. Si gira verso il pubblico e dice: ‘Sono molto addolorato per ciò che sta avvenendo, non lo faccio solo per ragioni patriottiche, ma noi rischiamo davvero che la nostra patria sarà ‘bella e perduta’, come dice Verdi. E se volete unirvi a noi, il bis lo facciamo insieme”.  La Repubblica.

Al Nabucco Rai 3 e Rai Storia dedicheranno la serata di giovedì 17 marzo. Quella stessa sera il Nabucco si potrà ascoltare su Rai Radio 3 anche sul web.

Note culturali
Va pensiero: è uno dei cori più noti della storia dell’opera, collocato nella parte terza del Nabucco di Giuseppe Verdi (1842), viene cantato dagli Ebrei prigionieri in Babilonia. Il poeta Temistocle Solera scrisse i versi ispirandosi al salmo 137. Questo coro di ebrei fu interpretato dal pubblico dell’epoca come una metafora della condizione degli italiani soggetti a dominio austriaco.

Il Festival di San Remo

E’ uno degli spettacoli canori più popolari in Italia, e piace anche agli intellettuali che ne hanno scritto varie volte. L’ultimo libro dedicato a San Remo è quello di Serena Facci e Paolo SodduIl festival di Sanremo. Parole e suoni raccontano la nazione (Carocci). Dicono gli autori, “Il festival non è lo specchio della nazione”, e non è nemmeno “un evento capace di dare la propria impronta al costume”. Si tratta piuttosto di una grande narrazione, di un racconto autenticamente nazionalpopolare, in grado di riassumere con efficacia i tratti salienti di alcune tra le più significative situazioni storiche che si sono avvicendate nell’Italia repubblicana. … Sanremo non è un “luogo” dell’identità italiana; è piuttosto “rappresentativo” di una delle tante forme che quell’identità può assumere. La Stampa.
Il Festival di San Remo comincia stasera e finirà sabato prossimo; è trasmesso dal primo canale della Rai.

Uso della lingua
nazionalpopolare: è un termine usato originalmente da Antonio Gramsci per indicare un fenomeno culturale che esprimeva valori profondi di un’intera nazione. Oggi è spesso usato a proposito dei mass media.

Lorenza Borrani, una ragazza in gamba

Ex bambina prodigio, a 27 anni è il primo violino nella Mozart di Abbado. Così spiega il suo ruolo, che è il punto di riferimento per l’orchestra dopo il direttore, l’unico che il maestro saluta all’inizio e al termine di un concerto, quello che dà il La ai musicisti. “A dire il vero, è il primo oboe a dare il La al primo violino, servendosi della macchinetta per l’intonazione, così esce un La perfetto. Perché il La? È la corda vuota che hanno tutti gli strumenti ad arco. Nella Chamber do il La anzitutto ai contrabbassi, poi ai violoncelli, quindi alle viole e ai violini”. Il ruolo richiede una caratteristica indispensabile. “Non puoi occupare quello spazio, il primo leggio esterno nella sezione dei violini, da dove tutta l’orchestra ti può vedere, se non saresti altrettanto felice di suonare stando dietro. La fila deve sentire il tuo rispetto”. Il leader media tra il direttore e l’orchestra, la sua gestualità riflette quella di chi sta sul podio. “Se vanno troppo veloci muovo all’indietro la schiena per farli rallentare. Se la fila suona male è colpa mia, se lo fa bene un pochino è anche merito mio”.
Lorenza Borrani viaggia sempre con un romanzo nella valigia (ora ha con sé Conoscere una donna di Amos Oz), un fumetto (non si separa mai da Dovrei o non dovrei, Charlie Brown?) e un manuale di lingua straniera (è il tempo del tedesco, sogna di comprare casa a Berlino). In ogni trasferta cerca di misurare la quotidianità, anche solo scegliendo lo stesso ristorante. “A Bologna vado sempre da Tony, a Lisbona in un piccolissimo locale a conduzione familiare dove fanno il miglior arroz de marisco, a Parigi in una creperia del quartiere latino, a Francoforte in un giapponese. È bello crearsi delle abitudini”. Con “Ferdy”, il violino Ferdinando Galliano del 1762 offerto dalla Fondazione Pro Canale di Milano, ci parla. Corriere della Sera.

Uso della lingua
Mozart e Chamber sono due orchestre, tanto famose che il termine orchestra è sottinteso.
In gamba, nel titolo, è un’espressione colloquiale molto usata che significa avere buone capacità.

Parte a giorni l’Umbria Jazz Winter

Comincia tra pochi giorni a Orvieto, l’Umbria Jazz Winter, sorella invernale dell’Umbria Jazz di luglio. L’evento avrà luogo dal 29 dicembre 2010 al 2 gennaio 2011,  cinque giorni a cavallo di Capodanno secondo una tradizione ormai consolidata.  Prima di parlarne, è il caso di fare una piccola storia di questo festival, nato nel 1993, quando l’Umbria Summer Jazz di Perugia aveva vent’anni, e nato come un audace colpo di testa sul cui successo molti nutrivano dubbi. Prima di tutto per il periodo, scelto per l’evento. In quei giorni, si disse, la gente va a sciare oppure a godere il mare d’inverno, oppure se ne sta a casa in riposo e/o in godurie gastronomiche. Poi per la scelta logistica. Orvieto è bellissima con le sue strade, le chiese, le torri, i vicoli misteriosi e silenziosi, il Duomo maestoso, ha sale pregevoli,  ma è piccola, non è in grado di ospitare un festival musicale e via di questo passo (and so on and so forth). Fra la sorpresa generale, si vide subito che l’esperimento aveva successo. Gli spettatori arrivarono numerosi sulla incantevole rocca di tufo (tuff cliffs), e si capì che erano spettatori musicalmente colti come si era sperato. Un po’ alla volta, la manifestazione di Orvieto assomigliò sempre più, nella struttura musicale, a quella di Perugia: concerti da mezzogiorno a notte fonda, e così dopo diciott’anni continua a “tenere“.  Il Sole 24 Ore

Uso della lingua

a cavallo di: tra (between)
colpo di testa: decisione precipitosa (rash decision)
goduria: piacere. Deriva da “godere
notte fonda: molto tardi nella notte 
tenere: in questo caso significa “durare”