Pasqua. I dolci tipici con le uova regione per regione

A tutti i nostri lettori auguriamo Buona Pasqua proponendo delle ricette di dolci pasquali di tutte le 20 regioni italiane.
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pigne di Pasqua
Ai tempi del Coronavirus si comprano meno uova di cioccolato e si fanno in casa i dolci della tradizione familiare e del territorio.Niente uova di cioccolato per il 54% delle famiglie che invece prepareranno a casa in tavola i dolci della tradizione regionale.
E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè sulla Pasqua degli italiani al tempo del coronavirus. Una emergenza sanitaria che, a causa delle norme anti contagio, sta costringendo a casa gli italiani favorendo un prepotente ritorno in cucina tanto che in più di 1 casa italiana su 2 verranno preparati i dolci della tradizione che diventano auspicio di buon augurio e di rinascita dopo le difficoltà.

Nello stesso periodo si segnala un calo tra il 30 e il 40% dei ricavi della vendita di uova di cioccolato e colombe.

  1. Valle d’Aosta. Crescia di Pasqua una focaccia cresciuta e impastata con uova, olio d’oliva e pecorino grattugiato
  2. Piemonte. Salame del Papa, salame di cioccolato a base di burro, uova, biscotti sbriciolati e nocciole.
  3. Liguria. Canestrelli di Pasqua, cestini di frolla intrecciati con al centro le uova di gallina
  4. Lombardia. Colomba diffusasi poi nel resto dell’Italia.
  5. Friuli Venezia Giulia. Pinza, sorta di brioche non molto dolce che accompagna la mattina di Pasqua salumi e formaggi oppure confetture fatte in casa.
  6. Alto Adige. Fochaz, pane pasquale all’anice.
  7. Veneto. Brassadele, dolci amati dai Veronesi la cui forma ricorda la corona di spine portata da Gesù e la classica Fugassa, con farina, burro e uova.
  8. Emilia Romagna. Bensone, uno dei dolci più antichi e tipici della tradizione modenese fatto con pasta frolla arrotolata e spesso farcito con il “savòr”, la marmellata di mosto d’uva.
  9. Marche. Strozzose, le ciambelle che le “vergare” iniziano a impastare il giorno della passione di Cristo per farle riposare e cuocere il giorno di Pasqua.
  10. Toscana. Schiacciata Pisana, pane dolce dall’inconfondibile aroma di anice che viene accompagnato dal vin santo.
  11. Umbria. Ciaramicola, dolce tipico con alchermes, meringa e zuccherini colorati
  12. Abruzzo. Cavalli e Pupe, biscotti a base di pasta frolla che ospitano un uovo sodo attorno alla pancia.

    Pupe prodotte dalle mani della nostra coautrice Elvira diFabio e dalle manine delle sue nipotine.

    Per scoprire tutte le ricette della altre regioni clicca qui:Scattidigusto.it

    Informazioni utili
    Pasta frolla:  è un impasto di farina, e altri ingredienti quali il sale, lo zucchero, il burro e le uova. A questi vengono aggiunti aromi come vaniglia, vanillina o la buccia di un agrume ed un pizzico di  lievito.
    Uova di cioccolato: quelle che si mangiano in italia a Pasqua sono differenti da quelle degli altri paesi in quanto contengono al loro interno                                                                                                                                     una  sorpresa.

Coronavirus, lettera agli studenti: vincere la «peste» con ragione e umanità

Siamo grati al Prof. Squillace per questa bellissima lettera e per averci offerto l’opportunità di parlare di scuola, di programmi scolastici  e dei capisaldi della nostra cultura.

Domenico Squillace, dirigente scolastico del liceo scientifico Alessandro Volta di Milano, invita i ragazzi ( e i loro genitori) a usare il pensiero razionale per preservare il bene più prezioso: tessuto sociale e umanità. Altrimenti la «peste» avrà vinto davvero

«La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c’era entrata davvero…». Con questa citazione dai Promessi Sposi si apre la lettera agli studenti pubblicata nella home page del liceo scientifico Alessandro Volta di Milano a firma del dirigente scolastico, Domenico Squillace. Il liceo sorge proprio al centro di quello che era il lazzaretto di Milano.

Dentro quelle pagine manzoniane – scrive più avanti il preside – «c’è già tutto, la certezza della pericolosità degli stranieri, lo scontro violento tra le autorità, la ricerca spasmodica del cosiddetto paziente zero, il disprezzo per gli esperti, la caccia agli untori, le voci incontrollate, i rimedi più assurdi, la razzia dei beni di prima necessità, l’emergenza sanitaria…».

L’improvvisa chiusura delle scuole per (almeno) una settimana è un evento davvero eccezionale. Neppure in tempo di guerra, sotto i bombardamenti, le scuole erano chiuse: si scappava in rifugio se suonava l’allarme, ma poi le lezioni riprendevano subito. Anche dopo l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, le scuole chiusero per un paio di giorni soltanto».

Nella lettera chiede di mantenere il sangue freddo, di non lasciarsi trascinare dal delirio collettivo, di continuare – con le dovute precauzioni – a fare una vita normale. Di approfittare di queste giornate per fare delle passeggiate, per leggere un buon libro…
Per leggere l’articolo clicca qui:  Il Sole24Ore

Informazioni utili

Il Liceo Volta: questo è il portale del liceo Volta con il testo integrale della lettera e informazioni utili sulla scuola. Clicca qui

Il Decameron e Promessi Sposi: sono due pietre miliari della letteratura italiana. Il Prof. Squillaci fa riferimento ai due autori di queste opere, Boccaccio e Manzoni, perché sa che sono un patrimonio culturale nazionale e non c’è nessuno studente italiano che non li conosca.

Il Lazzaretto:È il recinto di forma rettangolare posto esternamente alle mura di  Milano vicino a Porta Orientale, destinato al ricovero degli appestati durante l’epidemia di peste del 1630.
Video del Lazzaretto a Milano oggi.

Il Decameron:  descrive la peste che colpì Firenze (e l’Europa intera) nel 1348, concentrandosi sul degrado morale della società che l’epidemia ha portato con sé in città. Sette ragazze e tre giovani uomini decidono di allontanarsi dalla città, ormai allo stremo, e ritirarsi nella campagna fiorentina dove trascorrono dieci giornate narrandosi vicendevolmente delle novelle per ingannare piacevolmente il tempo.

I programmi scolastici in Italia: ai nostri lettori internazionali ricordiamo che in Italia i programmi scolastici sono decisi a livello governativo e applicati in tutte le scuole d’Italia, pubbliche e private.
Questi, per esempio, sono i programmi  di tutte le materie per i cinque anni del liceo scientifico.

Il programma di italiano per i licei e lo stesso su tutto il territorio nazionale. Per avere un’idea di cosa si studia in letteratura italiana nei nostri licei clicca qui
Il programma governativo per ogni anno scolastico è molto ricco e dettagliato. Qui per esempio potete trovare  il programma di letteratura del primo anno di liceo.

Per la discussione

I Promessi Sposi la cui prima versione è del 1827, e quella definitiva del  1842.è considerato  il testo costitutivo del carattere nazionale dell’Italia e si legge nella scuola secondaria dal 1970, cioè, appunto dall’unità d”italia.

 

È morta Maria Perego, creò Topo Gigio

Rimanendo sul tema del topo, vogliamo ricordare con questo articolo Maria Perego,  la creatrice del topo forse più famoso del mondo “Topo Gigio” scomparsa in questi giorni.È morta Maria Perego, creò Topo Gigio

Nata a Venezia nel 1923, nipote di un marionettista dopo l’Accademia d’Arte drammatica ha inventato diversi personaggi tra cui Picchio Cannocchiale, ma il vero successo è arrivato all’inizio degli anni Sessanta con la creazione, insieme al marito Federico Caldura, di Gigio ispirato a Topolino, un rapporto importante che ha raccontato nel libro Io e Topo Gigio. Entrata in Rai nel 1954, quasi subito nella Tv dei ragazzi, dopo una serie di esperimenti di personaggi in cartapesta ha capito che era meglio utilizzare dei pupazzi con meccanismi interni animati da “burattinai” vestiti completamente di nero che scomparivano in tv. “Molti dicono che il Topo è stato creato nel ’59 ma siccome il meccanismo non era perfetto, io dico che è nato nel ’61” raccontava.

Maria Perego ha fatto la sua ultima apparizione poche settimane fa a Le ragazzetrasmissione di Raitre, dove della sua creatura diceva: “Topo Gigio è un personaggio sprovveduto, però con il suo ottimismo cerca di giustificarsi, di inventare, di introdursi e sfociare nella fantasia e assurdo. È sempre in bilico tra la fantasia e la realtà”.
Da Letterman, con Obama, c’era anche Topo Gigio. “Ma cosa mi dici mai

Per leggere tutto l’articolo clicca qui: Repubblica

Se volete leggere una divertente intervista a Topo Gigio stesso, cliccate qui Libero

Informazioni utili

Topolino: E’ il nome con cui nel 1931 fu introdotto in Italia Mickey Mouse.  Topolina era Minnie. Le prime vignette di Walt Disney apparvero sul supplemento domenicale per i bambini del giornale Il Popolo di Roma.
RAI: Sta per Radio Televisione Italiana
“Cosa mi dici mai”: è la frase che Topo Gigio ripeteva sempre e che molte generazioni di italiani conoscevano.

Gli eterni bambini dello Zecchino d’Oro

Sessant’anni fa in Italia nasceva Lo Zecchino D’Oro. Oggi in occasione della prossima uscita della fiction televisiva RAI “I Ragazzi dello Zecchino d’Oro” proponiamo questo articolo per ricordare questa incredibile iniziativa e il grande personaggio che l’aveva ideata, caro a tutti gli italiani, Mago Zurlì.
Nel nome di Mariele Ventre: gli eterni bambini dello Zecchino d'Oro
È il 1968 e Barbara Ferigo, 4 anni e mezzo, di Gorizia, canta Quarantaquattro gatti: vince la 10° edizione dello Zecchino d’Oro. Con lei il Coro dell’Antoniano

Da circa tre anni esiste uno strano club composto da alcune decine di membri d’ambo i sessi, d’età compresa fra i 40 e i 70 anni. Cosa hanno in comune questi signori? L’aver fatto parte del coro dell’Antoniano di Bologna diretto da Mariele Ventre, e in alcuni casi, aver gareggiato allo Zecchino d’Oro (e averlo pure vinto). Il Piccolo Coro dell’Antoniano, creato da padre Berardo e Mariele Ventre, scomparsa prematuramente nel ‘95, è stato ed è qualcosa di più di un semplice coro: fucina di talenti, promotore di una cultura e una tv attenta all’infanzia, vetrina mediatica dell’Antoniano fondamentale per finanziare la mensa di Bologna e le imprese benefiche a favore dell’infanzia in Italia e nel mondo. Recentemente grazie al lavoro di Francesca Bernardi, ex corista, oggi commessa quarantottenne e madre di due figli, accanto al Piccolo Coro ne è sorto un altro, dal nome buffo: i Vecchioni di Mariele. Da chi è composto e perché si chiama così?

Cino Tortorella (scomparso nel 2017) nei panni di Mago Zurlì, accanto a Cristina D’Avena, che nel 1968 arriva terza nella competizione con «Il valzer del moscerino»
Cino Tortorella (scomparso nel 2017) nei panni di Mago Zurlì, accanto a Cristina D’Avena, che nel 1968 arriva terza nella competizione con «Il valzer del moscerino»

Presto in tv, dopo la fiction sullo Zecchino

I Vecchioni di Mariele alla riscossa. Li rivederemo presto in tv. A Natale dovrebbe uscire la fiction Rai I ragazzi dello Zecchino d’Oro. Francesca Bernardi l’ha vista in anteprima: «Una scena del film ha un significato poetico meraviglioso: interpretiamo un coro di chiesa cui Mariele si ispira per costruire il suo Piccolo Coro». La parte di Mariele è interpretata in tutta la sua virginale bellezza e determinazione da Matilda De Angelis. La vicenda è ambientata nella Bologna degli Anni ‘60. Fra i protagonisti c’è Mimmo ha 9 anni ed è quello che oggi si direbbe un bambino difficile. Forse la musica potrà salvarlo

Per leggere tutto l’articolo clicca qui: Corriere.it

Informazioni culturali

Lo Zecchino D’Oro: è il Festival Internazionale della canzone del bambino trasmesso in un apposito programma televisivo. È considerato un evento che pian piano è divenuto parte del costume e patrimonio culturale italiano delle generazioni nate a partire dagli anni sessanta. Tale valore è testimoniato dall’attribuzione, nell’aprile 2008, della targa “Patrimoni per una cultura di pace”, consegnata nel corso di una cerimonia organizzata dai Club e Centri UNESCO.

Abbiamo scelto per voi  alcune delle canzoni più famose che bambini e adulti in Italia conoscono. Per ascoltarle cliccate sul titolo della canzone.

Mago Zurlì:il Mago Zurlì è un personaggio televisivo ideato da Cino Tortorella e interpretato dallo stesso presentatore nell’ambito del programma per ragazzi Zurlì, il mago del giovedì, verso la fine degli anni cinquanta. In un’intervista del 2004 Tortorella afferma che fu Umberto Eco, allora funzionario RAI, a proporre il programma

Un mago buono dotato di regolare bacchetta magica — con i capelli luccicanti di polvere magica, corpetto aderente in vita e calzamaglia — conduceva, all’interno di una striscia pomeridiana, giochi e passatempi per i più piccoli lanciando telefilm che avrebbero riscosso un grande successo, come ad esempio Jim della giungla o Le avventure di Rin Tin Tin.

Tortorella continuò dal 1959 fino al 1972 ad impersonare — accanto a Mariele Ventre e al Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna — la figura del mago in calzamaglia tanto caro ai bambini nella manifestazione canora per l’infanzia dello Zecchino d’Oro.

Afroitaliani

LA PAROLA

Ogni settimana sull’Espresso un termine commentato da una grande firma
DI IGIABA SCEGO

Afroitaliani

Sono diventata afroitaliana di recente. Fino a pochi anni fa eravamo semplicemente alieni o, peggio, invisibili. La nostra pelle nera o marroncina non pervenuta.
Nessuno si era accorto che i migranti arrivati negli anni ’70 e anni ’80 avevano fatto dei figli e che quei figli riempivano le aule universitarie o erano alla ricerca di un lavoro. Poi cominciammo a essere, e fu già un progresso, generici “figli di migranti” o “seconde generazioni”.

Il termine è di uso recente, anzi recentissimo. Io l’ho sentito pronunciare solo otto anni fa. Un calco tratto da quella realtà afroamericana a cui tutti i figli di migranti di origine africana hanno guardato almeno una volta. Gli afroamericani erano il modello a cui guardare. E poi era facile definirsi “afroitaliani”: meno parole da usare, meno spiegazioni da dare. Un termine comodo che riassumeva i viaggi dei genitori e tutta la realtà diasporica che c’era dietro la propria famiglia. Ora si sente spesso parlare di afroitaliani.
Per leggere tutto l’articolo clicca qui: L’Espresso

Chi è DI IGIABA SCEGO

Igiaba Scego è nata in Italia da una famiglia di origini somale. Dopo la laurea in Letterature straniere presso la Sapienzadi Roma, ha svolto un dottorato di ricerca in Pedagogia all’Università di Roma Tre e si occupa di scrittura, giornalismo e di ricerca incentrata sul dialogo tra culture e la dimensione della transculturalità e della migrazione.

Collabora con molte riviste che si occupano di migrazioni e di culture e letterature africane tra cui «Latinoamerica», «Carta», «El Ghibli», «Migra» e con alcuni quotidiani come «la Repubblica», «il manifesto», «L’Unità» e «Internazionale».

 

Mamma ho perso la privacy (sui social)

 

 

Mamma ho perso la privacy (sui social) le loro foto e i video postati a raffica in Rete dai genitori, bambini e ragazzi non conoscono più il concetto di sfera privata. E qualcuno inizia a ribellarsi di VITTORIO LINGIARDI

Per leggere l’articolo clicca qui Repubblica.it

Proposte didattiche

L’articolo, soprattutto nella prima parte, evidenzia in modo efficace la differenza in italiano tra i differenti tempi verbali al passato.

Vi invitiamo a identificare i verbi all’imperfetto, al passato remoto e al passato prossimo e a spiegare la ragione della loro scelta nel contesto del testo.

La lunga marcia verso la scomparsa delle donne dalla Maturità

 

Dopo l’articolo sulla scomparsa della traccia di storia nella nuova prova di maturità italiana dello scorso 6 giugno, vi proponiamo oggi un altro articolo interessante relativo a un’altra preoccupante lacuna del sistema educativo italiano, lo scarso interesse per la cultura al femminile.

Venti anni di battaglie politiche e di Piani Nazionali, sondaggi e progetti  per una scuola in grado di educare alla parità e alla differenza di genere. “Che fine hanno fatto? Ora tutto è lasciato all’iniziativa personale”, denuncia Mila Spicola, Pd

Come si arriva a una maturità con sette tracce della prova di italiano e nemmeno un lontano, sparuto accenno alle donne, come se non esistessero nella storia, nelle arti, nella scienza, nella filosofia? Si arriva dopo anni di citazioni quasi casuali, se non marginali, nelle tracce delle precedenti maturità e nei libri di testo. Ma si arriva soprattutto dopo anni di battaglie per una scuola capace di educare alla parità che si stanno dissolvendo in un nulla indistinto.

La battaglia prende il via negli anni Novanta quando l’Ue decide il IV Programma d’azione comunitaria a medio termine per le pari opportunità fra le donne e gli uomini con azioni da realizzare in ogni Paese, in particolare nelle attività scolastiche. Il Dipartimento per le pari opportunità della presidenza del Consiglio tra il 1999 e il 2001 crea Polite (Pari opportunità nei libri di testo) un progetto che per la prima volta introduce nelle scuole italiane l’idea che gli studenti non siano un genere indistinto declinato al maschile. Il progetto però non va avanti, viene citato soltanto in un disegno di legge sull’educazione alla parità di genere presentato a novembre del 2014 dal Pd, prima firmataria Valeria Fedeli allora vicepresidente del Senato del Pd, futura ministra dell’Istruzione. Muore lì.

Sono trascorsi quasi dieci anni dalla ricerca di Irene Biemmi e più di venti dall’inizio del complesso tentativo di parlare di parità e differenze di genere nelle scuole. Anni quasi inutili. La ricerca più recente sui libri di testo è del 2017. E’ stata realizzata da Se non ora quando Torino, sui libri di testo delle elementari del capoluogo piemontese. I risultati sono persino peggiori di quelli della ricerca precedente, anche se non direttamente confrontabili. Nei testi sono maschi il 71,5% dei personaggi rappresentati in attività professionali. Sono maschi tutti quelli che fanno alpinismo, canoa, hockey, pugilato, tuffi. Le donne sono bidelle, danzatrici, infermiere o hostess.

E dalle tracce della maturità 2019 scompaiono anche le casuali e marginali presenze femminili degli anni scorsi.

Per leggere tutto l’articolo cliccare qui: La Stampa

Informazioni utili

PD è l’abbreviazione di Partito Democratico Un partito politico italiano di centro-sinistra fondato il 14 ottobre 2007.

traccia: una delle opzioni della prova scritta di italiano.

UE: abbreviazione di Unione Europea

Se non ora quando: È il titolo di un romanzo di Primo Levi uno dei maggiori scrittori italiani. Levi è nato a Torino.

Se non ora quando Torino è un’organizzazione di donne differenti per età, professione, provenienza, appartenenza politica e religiosa che aderiscono ad associazioni, a movimenti, a partiti e a sindacati e donne che non hanno queste esperienze.

Se Non Ora Quando è un movimento trasversale, aperto e plurale i cui punti fondanti sono:

a) la libertà, la forza e l’autonomia delle donne in tutti i campi
b) il coinvolgimento delle diverse associazioni di donne e delle organizzazioni professionali delle donne
c) l’adesione a titolo personale delle donne dei partiti e dei sindacati
d) la pluralità politica, culturale e di credo
e) l’esplicita attenzione alle giovani e ai giovani
f) l’utilizzo di un linguaggio trasversale e plurale nella comunicazione
Di conseguenza il logo SNOQ non può essere usato per iniziative o manifestazioni di partiti o altre singole associazioni e sono assenti dai comitati SNOQ simboli politici e sindacali.

 

 

Uno smartphone ti allegerisce la vita

Anni Homo Analogicus Anni ’70

Homo Immaginis Anni ’80

Homo Digitalis Anni 90

Homo Reperibilis Anni ’00

Homo semper connessus Anni ’10

 

 

 

 

 

 

 


Dall’autoradio estraibile ai gettoni per telefonare fino allo smartwatch con cui pagare online al supermercato.Dagli anni ’70 ad oggi, ecco ciò che ci portiamo dietro quando usciamo di casa.

Gli anni 70 A guardare le foto di quegli anni, viene quasi da sorridere. Uomini in giro con il borsello e il maglione dolcevita, donne con le zeppe e i pantaloni a zampa di elefante. Niente cellulare, smartwatch o iPod: un mangiadischi sul sedile posteriore dell’auto e bastavano gli ABBA a ripetizione continua a rallegrare la giornata.

Gli anni’80 erano gli anni della musica pop, di Pac-Man e dei blue jeans. Delle Timberland e di Cristina D’Avena, dei Duran Duran e delle enormi radio a pile da portare in spalla. Anni in cui ci si orientava in auto con le carte stradali, impossibili da piegare una volta aperte. E si telefonava con i gettoni, sempre che non si girasse a vuoto per cercare una cabina.
Gli anni 90. È stato il decennio della svolta, quello in cui sono arrivati i cellulari. Da allora, nella società, tutto è cambiato: il modo di relazionarsi con le persone, il senso della reperibilità, la capacità di aspettare o il dovere di rispettare un orario per l’impossibilità di avvisare. Per leggere l’articolo e vedere le immagini di quegli anni clicca qui: Corriere.it

Vocabolario utile

borsello: borsa da uomo. Borsetta: borsa da donna. Il suffisso cambia il significato della parola.
dolcevita: modello di maglione a collo alto.
zeppe: scarpe con un  rialzo di legno o di sughero.
sempre che: significa “purché” o “a patto che”
girare a vuoto: significa girare inutilmente, senza una direzione.

 

MeToo e i media

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Risultati immagini per metoo nel mondo dei media

L’85% delle donne che lavorano nel mondo dell’informazione ha subito molestie sul lavoro nel corso della propria vita professionale. …
L’80% delle donne e ragazze raccontano di essere state oggetto di “battute e sguardi” sessisti, il 51,9% di aver ricevuto “inviti, richieste, pressioni”, il 35,4% di aver subito veri e propri “ricatti sessuali”. Svela una realtà già nota ma troppo spesso sommersa, la prima indagine condotta in Italia dalla Commissione Pari Opportunità della Fnsi, la Federazione Nazionale della Stampa, sulle molestie sessuali subite sul lavoro dalle giornaliste. …
Circa il 35% delle giornaliste di quotidiani, televisioni, radio, testate online e agenzie denunciano di aver ricevuto “ricatti sessuali” mentre erano precarie o cercavano di essere assunte, richieste cioè di “prestazioni sessuali” per ottenere un posto o per progredire nella carriera. Maria Novella De Luca, Repubblica.

“Caro ministro Fontana, oggi noi gay non siamo più invisibili”

Cinque anni fa, aveva 17 anni, scrisse a Repubblica per condannare “una società troglodita”. Chiedeva all’Italia di esistere. “Per nulla al mondo i nostri colori e i nostri figli verranno di nuovo ricoperti da una nera prepotenza”

Cinque anni fa Davide Tancredi, giovane veronese all’epoca diciasettenne, ci scrisse una lettera con queste parole: “Io sono gay, ho 17 anni e questa lettera è la mia ultima alternativa al suicidio in una società troglodita, in un mondo che non mi accetta sebbene io sia nato così”. Davide raccontava la difficoltà di un adolescente a sopravvivere in un mondo omofobo: “Chiediamo solo di esistere”.
Ora, dopo le frasi del ministro della famiglia Lorenzo Fontana sulle famiglie Arcobaleno, Davide ha scelto nuovamente il nostro giornale per rispondergli: “Cinque anni fa avevo chiesto all’Italia di esistere. Ora dico all’Italia che esistiamo e che per nulla al mondo i nostri colori e i nostri figli verranno di nuovo ricoperti da una nera prepotenza. Non siamo più invisibili”.

Caro direttore,
da veronese, conosco fin troppo bene il clima che si respira nella mia città ed è forse per questo motivo che le dichiarazioni del nuovo ministro della Famiglia e della Disabilità mi ripugnano così tanto. Per il ministro Fontana le famiglie arcobaleno non esistono. E ci ha tenuto a dirlo il giorno successivo alla sua nomina, perché sebbene una guerra al mondo Lgbt non sia stata inserita nel contratto di governo, bisognava puntare i piedi e alzare i muri. Io, fra quei muri di odio e risentimento, ci ho vissuto per vent’anni. So quanto Verona si illuda di essere salda nella moralità e nel Cristianesimo, soffocando invece il colore delle diversità. Per leggere il resto della lettera clicca qui: Repubblica

Informazioni utili

Verona è una provincia del Veneto  una delle regioni dove il partito della Lega Nord è maggiormente presente.
Lega Nord:  La Lega si qualifica innanzitutto come un partito dichiaratamente indipendentista, regionalistaed etnonazionalista che tutela gli interessi dell’Italia settentrionale, ribattezzata significativamente Padania. La Lega condivide con il  populismo di destra un’impostazione economica liberista e anti-statalista e il forte contrasto all’immigrazione e alla società multiculturale.
Famiglie arcobaleno: è un’associazione nata  nel 2005 per promuovere per la prima volta in Italia, il dibattito pubblico sull’omogenitorialità e la tutela di queste nuove formazioni sociali.
Lorenzo Fontana: è il nuovo ministro della Famiglia e della Disabilità del Governo Conte, un governo nato dalla coalizione di Lega e Movimento a Cinque Stelle.
Il libro di Fontana   “All’origine della crisi”,  presentato il 14 febbraio a Verona (città di cui è stato fino a due mesi fa vicesindaco), è un manifesto contro le unioni omosessuali, la legge 194, (la legge che garantisce l’aborto)  la globalizzazione, i flussi migratori in grado di salvare l’Italia che non fa più figli e invecchia, le posizioni atlantiste (cooperazione tra Europa occidentale e Stati Uniti).