La voce delle donne scende in piazza “Per la dignità di tutte e tutti”

Per il 13 febbraio è stata indetta in 113 città italiane una manifestazione nazionale delle donne. Una nuova manifestazione, ancora più imponente di quella delle “Donne in piazza con la sciarpa bianca” dello scorso gennaio (Italian News Week 29 gennaio).
L’iniziativa è  stata promossa dal comitato  Se non ora quando? da cui anche l’evento prende il nome. Se non ora quando è più che uno slogan. È  infatti anche il titolo, ispirato a un detto rabbinico. di un noto romanzo di  Primo Levi. Le promotrici durante una conferenza stampa hanno chiarito che c’è una linea sottile che separa moralismo e buon senso, mobilitazione e protesta, offesa e ferita. Che divide la libertà sessuale dalla prostituzione e dalla corruzione. Le donne camminano con grazia su questa linea rossa. Ne conoscono bene il confine, sanno gestire l’equilibrio. Non è dunque da una ferita che è nato il comitato ma da una presa di coscienza che, la regista Francesca Comencini ha spiegato così: “Il nostro Paese è stato seppellito lentamente dalla neve. Una neve fatta di immagini e precedenti che ha lentamente sotterrato tutto, addormentato tutto. Lo ha fatto in silenzio, e ci ha portato a quanto oggi stiamo vivendo. LaRepubblica

Refernze culturali
il detto rabbinico: “Se non ora quando” è  attribuito a Hillel il Vecchio. (“If I am not for myself, who will be for me? And when I am for myself, what am ‘I’? And if not now, when?)

L’Unità d’Italia a fumetti

Una delle manifestazioni per celebrare i 150 dell’Unità d’Italia è la mostra che si è inaugurata sabato 5 febbraio, al Museo del Fumetto di Lucca. Si intitola “150 anni dall’Unità d’Italia – Un lungo cammino“.  L’esposizione sarà una sorta di viaggio per illustrazioni, fumetti e animazioni attraverso le vicende italiane dal 1861 a oggi. La sede non poteva essere più appropriata, visto che Lucca, da quasi mezzo secolo, può essere considerata la capitale del fumetto italiano. Nella città toscana si svolge dal 1966 la fiera del fumetto più nota e visitata e qui, nel 2008, è sorto il Museo del Fumetto e dell’Immagine, oggi sotto la responsabilità culturale di Angelo Nencetti.

La mostra – che sarà itinerante e dopo Lucca si sposterà a Milano, Mantova, Sassari, Napoli, Genova, Orvieto, Città di Castello e altre città ancora – proporrà ai visitatori una rassegna articolata di quanto è stato realizzato in Italia nel fumetto, nell’illustrazione e nel cinema d’animazione sul tema del Risorgimento e sugli eventi principali della storia nazionale. Sole 24Ore.

Bollea, il padre della neuropsichiatria infantile

E’ morto ieri, a 97 anni, e oggi ne parlano tutti i giornali. Scegliamo il profilo che ne fa il quotidiano torinese La Stampa, visto che Giovanni Bollea era piemontese. “Bollea si era laureato in medicina nel 1938 a Torino e si era specializzato in malattie mentali. Constatando come nel nostro Paese fosse scarsa l’attenzione al disagio psichico nei bambini e negli adolescenti, era andato a specializzarsi in psichiatria infantile a Losanna, in Svizzera, avvicinandosi anche all’ambiente pedagogico di Piaget. Con quel bagaglio torna in Italia e negli Anni 50 rivoluziona la neuropsichiatria infantile introducendo per la prima volta nel nostro Paese la psicoanalisi e – soprattutto – la psicoterapia di gruppo: lo guidava l’idea che sono le relazioni umane a curare e ad aver bisogno di essere curate, anche quando la malattia ha un substrato organico o genetico. Erano tempi nei quali i Down avevano una limitatissima aspettativa di vita ed erano chiusi in un ghetto sociale. Bollea fece maturare il processo che li ha inseriti nella società e nel lavoro, triplicando nel contempo la loro esistenza.

Duecentocinquanta pubblicazioni scientifiche, un trattato di neuropsichiatria infantile e molti libri rivolti anche ai non addetti ai lavori sono l’eredità di Bollea, con un bestseller edito da Feltrinelli dal titolo provocatorio Le madri non sbagliano mai. La Stampa

Uso della lingua
Questo articolo può arricchire il lessico di termini pertinenti all’area semantica della medicina, e in particolare della pschiatria, che sono stati evidenziati in rosso.

In Italia “i truzzi” di Jersey Show

Nicole Polizzi, alias Snooki, una delle protagoniste di «Jersey Shore»

Truzzo o tamarro, sono parole del linguaggio giovanile che ancora non si trovano nei dizionari ufficiali, ma che sono ormai utilizzate con sfumature diverse in tutto lo stivale.
I truzzi di cui parla l’articolo si chiamano Snooki, Mike «The Situation», Pauly D; Jenni «Jwoww», Ronnie, Angelina e sono alcuni dei protagonisti della popolare serie-reality, Jersey Shore, una serie che fa ascolti record negli Usa. Questi tamarri italoamericani stanno per  traslocare oltreoceano. Saranno in Italia a primavera per girare gran parte della quarta stagione. Una scelta che ha fatto infuriare gli italo-americani. Con le grandi (e potenti) organizzazioni salite sulle barricate: «E’ uno show irresponsabile che danneggia non solo gli italiani, ma tutti gli americani». Intanto il programma trash fa record d’ascolti.  Il Corriere della Sera

Uso della lingua
Truzzo o tamarro:  nel gergo giovanile è usato per indicare una categoria di giovani considerati volgari  per il  vestiario molto appariscente, il lingaggio che usa, i suoi interessi, il ceto/luogo di appartenenza o al tipo di veicolo guidato.
fa ascolti: ha un indice alto di gradimento tra i telespettatori (pubblico).

Nel ghetto siciliano, calciatori contro la mafia

Il calcio solidale per vincere l’esclusione sociale di uno dei quartieri più disagiati d’Italia,  gli Zen 1 e Zen 2. L’hanno chiamato Atletico Zen pensando alla squadra di Madrid. I colori della maglietta sono gli stessi: a strisce rosse e bianche. Ma questi ragazzi non hanno mai visto la Spagna. Difficilmente mettono piede fuori dal quartiere ghetto, dove 20mila persone vivono nel degrado e nell’esclusione sociale.  Zen 1 e Zen 2 sono posti in cui a 19 anni si può finire agli arresti domiciliari per avere già compiuto tre rapine.  A dare a questi ragazzi una speranza sono due nuovi cittadini italiani. Rachid Berradi, marocchino d’origine e ormai in pianta stabile a Palermo e un ristoratore palestinese del centro storico (Al Quds) che oltre a cucinare felafel e cous cous sponsorizza la squadra.  Con Berradi, i ragazzi dello Zen sono diventati testimonial di iniziative antimafia. Hanno ricordato Don Pino Puglisi in occasione del decimo anniversario della scuola di Brancaccio intitolata al sacerdote caduto per mano dei fratelli Graviano. Sotto un sole cocente, il 19 luglio hanno giocato alle quattro del pomeriggio con la squadra di Addio Pizzo per celebrare Paolo Borsellino nel primo memorial di calcio a 5 dedicato al giudice ucciso in via D’Amelio.  L’Atletico Zen ha appena un anno di vita ma ha già fatto gol, dando una prospettiva diversa a ragazzi che conoscevano solo le regole della strada come legge per la sopravvivenza.      La Repubblica

Uso della lingua

in pianta stabile: radicato, stabile come una pianta attaccata al suolo con le radici.
caduto per mano: ucciso
fare gol: espressione sportiva che significa ottenere un buon risultato, vincere.

Mille modi di dire salame

Il nostro paese presenta un’enorme varietà di salami, da nord a sud. Il nome, salame, indica genericamente un prodotto conservato sotto sale, e seppure ogni qual volta si nomini il salame salti subito alla mente il maiale, molti salami tipici sono realizzati con carni di altri animali (dal cinghiale, al cavallo o all’oca) alle quali vengono aggiunti sale e spezie, con una grande varietà di ricette.

Un viaggio nell’Italia dei salumi riserva parecchie sorprese e curiosità. Se infatti il nord è genericamente poco avvezzo alla preparazione dei salami con altre spezie che non siano pepe e aglio, è al sud che esplode una certa fantasia nella preparazione, con l’aggiunta di peperoncino, peperone, pomodoro, semi di finocchio… Una rapida carrellata ci porta a conoscere il Salame Piemonte DOP, dal profumo e sapore delicatamente speziati, il Salame Brianza, che ha ottenuto la DOP nel 1996, il conosciutissimo Salame di Milano, di Cremona, il Salame mantovano, con il suo caratteristico sapore d’aglio, o la Sopressa Vicentina DOP. Sempre nel nord si concentrano le zone di produzione di altri due salami DOP, il Piacentino, e il Varzi, dell’Oltrepò Pavese.

In Toscana la Finocchiona deve il suo nome ai semi di finocchio, nelle Marche il Ciavuscolo IGP si spalma con un coltello sul pane, il Salame di Fabriano fu assaggiato anche da Garibaldi, la Ventricina è tipica di Abruzzo e Molise, mentre molte regioni del meridione hanno le loro Soppressate, con quella di Calabria che ha visto riconoscersi la DOP. L’unico rappresentante della salumeria siciliana è il Salame Sant’Angelo di Brolo IGP, dalla produzione molto limitata ma dalle qualità davvero eccezionali.
Sempre e comunque un alimento semplice, da affettare e consumare senza troppi salamelecchi. La Stampa.

Uso della lingua
DOP, IGP: sono due acronimi, il primo sta per Denominazione di origine protetta, un marchio che tutela gli alimenti di qualità legati a un territorio. IGP sta per Indicazione geografica protetta, ed è un altro marchio che tutela cibi di qualità legati al territorio.
salamelecco: è una parola di origini arabe che significa un saluto, o in generale un comportamento particolarmente cerimonioso. Si noti, qui, il gioco di parole tra “salame” e “salamelecchi”.