Il centro di Milano diventa un museo

Palazzo Anguissola, su via Manzoni a Milano

“Progetto cultura” è il nome dell’ambizioso impegno della maggiore banca italiana, Intesa San Paolo, nel campo dei beni culturali. Al centro di questo progetto si situa il nuovo museo che aprirà a settembre a Milano.
“Il nuovo museo milanese si chiamerà Gallerie di Piazza Scala e darà vita a un ‘nuovo quadrilatero‘ – così non ci sarà solo quello della moda. Coinvolgerà quattro palazzi storici … Palazzo Anguissola, del 1775; l’ampliamento di questa dimora realizzato nel 1829 dal maestro del neoclassicismo Luigi Canonica; l’adiacente Palazzo Brentani-Greppi e l’ex sede della Banca Commerciale, costruita su piazza Scala da Luca Beltrami tra il 1909 e il 1911 in stile rinascimentale. Nelle oltre venti sale ricavate all’interno di questi spazi saranno esposte inizialmente 200 opere (alla fine oltre a mille) provenienti dalle collezioni della banca. Ci saranno opere di Francesco Hayez, Gerolamo Induno, Angelo Inganni, ma anche di Mosè Bianchi, Gaetano Previati e Aristide Sartorio. Un allestimento particolare sarà riservato ai bassorilievi del Canova“. Corriere della Sera.

Note culturali

il quadrilatero della moda: è il distretto al centro di Milano dove si concentrano i negozi e gli atelier delle firme più importanti della moda. E’ composto da quattro vie che formano una sorta di quadrato: via Montenapoleone, via Manzoni, via della Spiga e corso Venezia.
Francesco Hayez, Gerolamo Induno e Angelo Inganni sono pittori milanesi o lombardi dell’Ottocento. Mosè Bianchi, Gaetano Previati e Aristide Sartorio sono pittori e scultori italiani della fine dell’Ottocento, primi del Novecento. Canova è uno dei massimi sculturi italiani tra Settecento e Ottocento.

Esame di maturità, …e poi?

Tabelloni con i voti della maturità (Fotogramma)
È appena partito in tutta Italia l’esame di maturità, l’esame cioè che conclude il ciclo degli studi secondari. Questo articolo del Corriere descrive una ricerca condotta da Almalaurea sulle scelte dei ragazzi italiani dopo la fine degli studi scolastici.

Un diploma, e poi?   Quasi metà dei maturi smette di studiare
Almalaurea scatta una prima foto di gruppo, con l’intento di verificare le scelte post diploma dei nostri ragazzi. Quanti proseguono gli studi, quanti lavorano, cosa sceglie chi ha frequentato il liceo, e così via. Ebbene, su cento studenti, l’undici per cento cerca un impiego ma non lo trova. Il 23,6 per cento non studia e si è messo a lavorare, almeno per il momento. Un cinque per cento non fa né l’uno né l’altro, anzi non lo cerca proprio il lavoro, si è messo in standby.
LICEALI – Con il liceo, la strada è quasi segnata: il settanta per cento di quelli che hanno frequentato classico, scientifico e quant’altro, proseguono gli studi all’università, mentre il 22 per cento è studente-lavoratore. La percentuale scende se si considerano i diplomati degli istituti tecnici: il 51,6 per cento si iscrive all’università. Precipita al 21,4 per cento con i diplomati negli istituti professionali. Ma, naturalmente, a un anno dal diploma, hanno già un impiego: il 53 per cento dei giovani usciti dai professionali, il 28 per cento dai tecnici e solo il 4 per cento dei licei. Certo, i ragazzi dei professionali sono quelli che più di altri risentono della crisi economica: ben il 25,6 per cento di loro sono disoccupati in cerca di lavoro. Tanti sono anche i diplomati dei tecnici senza un impiego: il 19,7 per cento.
Corriere.it

Uso della lingua
maturi: gli studenti che hanno superato l’esame di maturità.
quant’altro: un’espressione entrata in voga in tempi recenti che significa più o meno “..e cose simili”. Sull’uso dilagante di espressioni di questo tipo vedere l’articolo del Corriere della Sera, SOS Lingua. 
Liceali: sono gli studenti dei licei. 

Informazioni culturali

Almalaurea:  un’organizzazione gestita da un Consorzio di Atenei (sinonimo di università)  Italiani con il sostegno del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il cui scopo è di mettere in relazione aziende e laureati. 
Liceo, istituto tecnico, istituto professionale: sono le tre tipologie dell’ attuale scuola secondaria italiana.
I voti della maturità in Italia sono pubblici.


Italiani a New York

L’americanista della Stampa Maurizio Molinari ha recentemente scritto un bel libro sugli italiani che vivono a New York. Si intitola Gli italiani di New York ed è edito da Laterza. Nella Grande Mela vivono 2,7 milioni di italiani, dai top manager delle banche di Midtown, arrivati negli ultimi vent’anni, ai ricercatori che lavorano nei centri più avanzati, agli umili immigrati che ancora si tramandano le ricette della terra d’origine. La Stampa ha pubblicato un estratto del libro dove si parla di Ronald Marino, un prete di frontiera.
“Al 1230 della 65ª Strada di Brooklyn, nel cuore del quartiere di Bensonhurst che una volta parlava italiano ma che ora è invaso dai cinesi, sorge la chiesa di Santa Rosalia-Regina Pacis, guidata da un prete di frontiera tanto con i clandestini quanto con la mafia. Il reverendo Ronald Marino ha il colletto dell’abito talare slacciato, il volto sorridente e l’ufficio disseminato di oggetti per invogliare i fedeli a unirsi nel sacramento del matrimonio. Ascoltarlo significa entrare nelle viscere di New York. Basti pensare che fu lui, nato a Brooklyn nel 1946 da padre di Corleone e madre di Enna, il giovane sacerdote che nel 1972 si trovava ogni domenica a contatto con Carlo Gambino, il ‘Boss dei Boss’, che sarebbe morto di infarto quattro anni dopo. ‘Veniva sempre nella chiesa dove a volte servivo messa, quando il pastore titolare non c’era, e al termine del servizio religioso si metteva in piedi al mio fianco, in maniera tale che tutti i fedeli, quando stringevano la mano a me, la stringessero anche a lui’.” La Stampa.

Uso della lingua

di frontiera: in quest’espressione indica un territorio che divide due mondi diversi e in contrasto. Qui indica un prete che ha rapporti con gli immigrati clandestini e i mafiosi.
abito talare: è l’abito lungo che portavano (e a volte portano ancora) i preti
Corleone e Enna sono due città siciliane, note ahimè, per la mafia.


Referendum in Italia, risultato storico

Ecco cosa si legge nelle prime pagine delle maggiori testate italiane sull’esito del referendum del 12-13 giugno.
Referendum, i “Sì” oltre il 95% risultato storico, “Una vittoria di tutti”
In Italia ha votato il 57% degli aventi diritto, raggiunta e superata la soglia minima per tutti i quesiti anche considerando gli italiani all’estero. Esplode la gioia degli organizzatori e degli elettori con festeggiamenti nelle piazze d’Italia. Tra gli slogan, “Berlusconi colpito al quorum“.     LaRepubblica
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Berlusconi fa spallette
Il quorum c’e’ ma B. fa spallucce
Miracolo in Italia, affluenza alle urne intorno al 57 per cento: l’acqua è un bene pubblico, la legge è uguale per tutti, non si costruiscono centrali atomiche. Per il premier naturalmente «non è successo niente», ma ormai nemmeno il centrodestra se la sente diseguirlo nella strategia dello struzzo. L’Espresso
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La macchina delle sberle
Nelle urne ma – prima ancora – nei circuiti associativi e nei circoli formali e informali, nei passa-parola di piazza e di internet, si è messa in moto una vera e propria “macchina delle sberle“. Oggi la dose maggiore è toccata indubbiamente a chi governa – la coalizione Pdl-Lega e il suo leader Silvio Berlusconi – ma i destinatari potenziali sono un po’ tutti i protagonisti della scena politica nazionale. L’Avvenire.it
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«Ciao Silvio», per il popolo di Facebook Berlusconi si deve dimettere.
«Ciao Silvio», «Legittimo Godimento», e «senti che bel vento». Che la Rete e i social network siano entrati come non mai nella vita politica del nostro paese ne avevamo già avuto prova durante le amministrative. A Milano per esempio, la maggioranza del popolo di facebook si era inequivocabilmente schierata con Pisapia, tra
lazzi e sberleffi. Il Corriere.it
 
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Governo, il mal di pancia della Lega “Siamo stufi di prendere sberle…”

 “La prima una settimana fa alle amministrative. Ci siamo stufati di prendere sberle. Da Pontida, domenica, arriveranno le proposte che Berlusconi dovrà portare in aula il 22. Altrimenti non c’è due senza tre…Il Giornale.it


Uso della lingua
colpito al quorum: un gioco di parole per dire che il quorum ha “colpito al cuore” Berlusconi.
B. fa spallucce: significa alzare le spalle per mostrare disinteresse.
sberla: sinonimo di schiaffo o ceffone.
legittimo godimento: invece di “legittimo impedimento”che e’ la legge che il referendum ha abrogato
Pontida: è uno simboli della Lega Nord, Ricorda il luogo il giuramento dei Comuni della Lega Lombarda medievale contro il Barbarossa.
non c’è due senza tre: è un modo di dire italiano. In questo caso significa che dopo due vittorie ci si aspetta la terza.

Gli italiani di nuovo alle urne

A solo due settimane dalle elezioni amministrative,  gli italiani sono andati di nuovo alle urne nei giorni del 12 e 13 giugno,  per un referendum popolare  su quattro questioni di grande importanza per il futuro del paese.  Questi erano i quesiti su cui hanno dovuto esprimere la loro opinione:
la privatizzazione dell’aqua: l’abrogazione (eliminazione)  di norme che attualmente consentono di affidare la gestione dei servizi pubblici locali a operatori economici privati.
la tariffa dell’acqua:  l’abrogazione  della legge che permette alle società che gestiscono l’acqua di ricavarne profitti, aumentando la bolletta dell’acqua.  
il nucleare: l’abrogazione della  norma per la realizzazione di centrali nucleari in Italia. Se non si volevano centrali nucleari in Italia allora la risposta era SI alla cancellazione di questa legge.  
il legittimo impedimento: è l’istituto giuridico che permette ad un imputato che abbia cariche rilevanti nello stato di non presentarsi a un processo perchè è “impedito” dalla sua occupazione.  In base a questa legge l’attuale primo ministro Silvio Berlusconi non può essere giudicato per i vari reati di cui è imputato. Chi rispondeva SI voleva che questa legge venisse abrogata.
Affinché ciascuno dei quattro referendum fosse valido, era richiesto il voto, per il rispettivo quesito, del 50% più uno degli aventi diritto al voto, ottenere cioè il quorum.
 Il quorum è stato raggiunto e i referendum sono passati con una stragrande maggioranza di SI.

Uso della lingua

andare alle urne (ballot boxes): andare a votare. 
quorum: nome maschile latino invariabile il numero minimo di voti per eleggere un candidato oppure il numero minimo di persone per approvare una proposta
stragrande: il prefisso “stra” significa molto. Stragrande significa quindi molto grande o enorme.

A proposito di vino

L’Italia supera la Francia e diventa la prima produttrice al mondo di vini. “Lo afferma la Coldiretti sulla base dei dati della Commissione Ue che rilevano una produzione di 49,6 milioni di ettolitri per l’Italia, superiore – anche se di misura – ai 46,2 milioni di ettolitri sulla Francia. …
Il 60 per cento della produzione nazionale è rappresentata da vini di qualità.
Un risultato incoraggiante arriva anche dalle esportazioni, aumentate del 15 per cento nel primo bimestre del 2011. Si tratta – è stato precisato – del risultato di una crescita record del 31% negli Stati Uniti, … ma anche dell’aumento del 6% dell’export nell’Unione Europea e di un significativo e benaugurante incremento del 146 per cento in Cina”. Corriere della Sera.

Uso della lingua

Coldiretti: è la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana
di misura: significa di poco, superare appena
Commissione Ue: commissione europea (Ue sta per Unione europea), è una delle principali istituzioni dell’Unione europea. È composta da un delegato per stato membro, e ha diverse funzioni.

Biennale di Venezia, il cuore pulsante dell’arte contemporanea

Biennale di Venezia
“ILLUMI-nazioni”
è il titolo della 54esima edizione della Biennale di Venezia  curata dalla svizzera Bice Curiger sotto la presidenza “illuminata” di Paolo Baratta, coerente nel definire la sua Biennale una “macchina del vento” che ha messo in moto in tutta la città un benefico effetto volano.
La prima sfida di “ILLUMI-nazioni” parte dai tre stupefacenti capolavori cinquecenteschi del Tintoretto esposti al Padiglione centrale dei Giardini: una sfida che illumina lo spettatore ma anche gli artisti invitati.
Il Sole24ore

“Venezia è la mostra più importante che esista. L’assalto alla Laguna lo dimostra. Il presidente Paolo Baratta ne è convinto. I padiglioni, dice, sono la prova della stima del mondo. E se la stima si misura dall’impegno messo in campo e dal prestigio degli artisti scelti, si direbbe che siamo stimatissimi. Ecco un pugno di nazioni che almeno sulla carta si direbbe non dovremmo perdere.”
Il critico dell’Espresso consiglia di non mancare: il Padiglione americano, il padiglione giapponese, il padiglione tedesco, e quello egiziano. L’Espresso

Manifestazione «Unexpected Israel» in piazza Duomo a Milano

A poche settimane dall’elezione del nuovo sindaco di Milano Pisapia,  festeggiata da migliaia di persone in piazza Duomo, la stessa Piazza ospiterà un nuovo importante evento, la rassegna «Unexpected Israel», finita nel mirino di una campagna di boicottaggio da parte degli antagonisti filopalestinesi.  Martedì mattina era già arrivata la presa di posizione del governo italiano, che aveva dato «luce verde» all’organizzazione di «Israele che non ti aspetti» nella principale piazza meneghina.
Plaude alla manifestazione anche il sindaco Pisapia che ricorda che: «… Milano è gemellata con Tel Aviv e con Betlemme e deve continuare a essere un punto di incontro fra culture, popoli e civiltà. Anche per queste ragioni la nostra città ospiterà Expo 2015 e continuerà a lanciare messaggi di pace e di dialogo». E dopo «Unexpected Israel», anticipa Pisapia, Milano ospiterà nei prossimi mesi «un’iniziativa perché venga conosciuta la realtà attuale della Palestina».
La kermesse (che si terrà dal 13 al 23 giugno) spazierà dalla tecnologia – con cinque seminari dedicati alle tecnologie idriche, i new media, la sanità, la sicurezza interna e la robotica – alla cultura, dall’economia al turismo. Vera e propria chicca della manifestazione sarà l’appuntamento che vedrà, insieme, lo scrittore David Grossman e la cantante Noa. In programma anche una mostra sui kibbutz e, soprattutto, una grande installazione di 15 colonne con monitor su cui scorreranno le immagini di Israele. Corriere della Sera

Uso della lingua

finire nel mirino: significa diventare l’obiettivo da colpire.
meneghino/a: È una maschera della Commedia dell’arte che si identifica con la città di Milano.

L’affermazione di Meneghino come simbolo di Milano è relativamente recente, nel 2006, l’amministrazione comunale battezzò i nuovi elettrotreni della metropolitana con il nome di “Meneghino”.

chicca: una caramella che si offre ai bambini, ma anche una cosa speciale, preziosa.

Va’ a quel paese

E’ il titolo di un bizzarro dizionario di toponomastica, una guida all’Italia dai nomi strambi – ma veri – come dice il sottotitolo. L’autore è Marino Montano, della cui biografia sappiamo solo che non è nato, né vive, in nessuno dei paesi citati dalla sua guida. L’editore è Cargo. Ecco qualche esempio di nome strano di città,  Castelletto Scazzoso si è trasformato in Castelletto Monferrato (Alessandria), Cazzimani in Borgo San Giovanni (Lodi) e si capisce perché. Belfiore (Verona) si è chiamato Porcile fino al 1547, e Belfiore di Porcile fino al 1967. Melma è diventato Silea (Treviso) dal 1934. Nella richiesta di cambio di denominazione il Podestà Matteo Frantin spiega al Re che ‘tale nome è divenuto antipatico agli abitanti perchè si presta allo scherno’. Ma la maggioranza si tiene il nome avuto in sorte, come si accetta un parente con una rotella fuori posto, anche quando si presta all’equivoco, vedi Spinello, Tre canne, Fumo e Rollo. Oppure Acquapagana, Purgatorio e Altolà”. La Stampa.

Uso della lingua

va’ a quel paese (del titolo) è un’imprecazione che equivale a mandare qualcuno al diavolo
avere una rotella fuori posto significa essere un po’ matti
Podestà è l’equivalente del sindaco (mayor) nell’epoca fascista.
Invitiamo i lettori a trovare le allusioni “equivoche” dei nomi delle città citate nell’articolo.

2 giugno 1946

Il 2 giugno 1946 gli italiani venero chiamati a scegliere tra monarchia e repubblica con un referendum, in seguito al quale nacque la Repubblica italiana. Questa importante data, che si festeggia tuttora, segna un’altra grande conquista: per la prima volta in un’elezione nazionale votarono le donne.

“Tutti alle urne!” esortava il Nuovo Corriere della Sera in un editoriale non firmato uscito il 2 giugno 1946.
“Tutti alle urne! E tutti alle urne con serietà, con compostezza, con calma e con un gioioso senso d’orgoglio. Sì, siamo orgogliosi di aver finalmente ritrovato noi stessi; orgogliosi di essere ancora dei cittadini (…)”. L’intero articolo più altre informazioni su questa data storica si trovano sul Corriere.it
Una curiosità

Al seggio bisognava andare senza rossetto. Siccome la scheda doveva essere incollata con le labbra e non doveva avere alcun segno di riconoscimento, le donne non dovevano portare il rossetto per non lasciare segni e annullare il loro voto.