Le città italiane viste dalle donne

L’Osservatorio Cera di Cupra ha commissionato un’indagine per scoprire come potrebbe essere una città pensata al femminile.
Dai risultati dell’indagine emerge che Roma e Torino spiccano per l’affetto delle proprie abitanti. La capitale d’Italia è amata per la sua storia e le bellezze artistiche. Ma soprattutto il 35% delle intervistate, dice che Roma è una città romantica, “che fa innamorare”.

Torino, la capitale sabauda, detiene il record di giudizi positivi. Le donne apprezzano soprattutto i suoi servizi: trasporti,  scuole, assistenza per le donne.   Pero’ solo il 12% delle torinesi considera i suoi concittadini persone piacevoli con cui chiacchierare.
Napoli, al contrario spicca per la sua allegria: il 42% delle donne ama i napoletani per la loro simpatia.  Napoli è maglia nera soprattutto per i servizi.
Milano è bollino rosso praticamente in tutto: le milanesi sono abbastanza indifferenti alla sua bellezza e la criticano per i suoi difetti: traffico, inquinamento, mancanza di verde. La metà delle abitanti arriva a definire l’aria di Milano “irrespirabile”.
La maggiornaza delle donne si dimostra attaccato alla propria citta’.  60% delle donne si dice tutto sommato “soddisfatta” della sua citta’, contro  un buon 40% che la ritiene invece molto lontana dai propri desideri.
La Repubblica.it

Uso della lingua

spiccano: si distinguono.
è maglia nera: è un’espressione derivante dal mondo del ciclismo, dove designava la maglia un tempo assegnata al corridore che si classificava ultimo nel Giro d’Italia, il cui vincitore indossava invece la maglia rosa. 
bollino rosso: è una rappresentazione generica per raffigurare in modo immediato la pericolosità o l’impraticabilità di una determinata situazione.

Il nuovo italiano

Parole, parole, parole. Ogni anno, dal 1994, la Zanichelli ne pubblica 143.000 nel suo Zingarelli, il dizionario monovolume pensato per gli studenti italiani. Ogni anno c’è chi entra e chi esce: lemmi nuovi che conquistano la scena a scapito di espressioni vecchiette che ci salutano per sempre. Per il 2012, fanno la loro comparsa tra le altre il “cloud computing”, la “viralità”, il “digital divide” e il “biotestamento”, ma anche il “celodurismo”, l’aggettivo “scrauso” e l’espressione “fare squadra”.

Parole in via d’estinzione. Di fronte ai giovani lemmi rampanti, c’è una riserva indiana di parole che i linguisti allarmati denunciano “sono in via d’estinzione”. Si tratta di parole bellissime, come ‘recalcitrante’, ‘abominevole’, ‘carismatico’, ‘intrepido’, ‘malfattore’, ‘sedizione’ o ‘visibilio’. Per salvarle, Zingarelli ha deciso di mettere al fianco di ogni voce un fiore: il segnale per prestare attenzione.
Seppur ormai specie rare, queste parole non sono ancora scomparse: “Dobbiamo prenderci cura di loro – dice Arcangeli – accudirle, anche con gesti simbolici 2. Gli insegnanti devono fare il loro, provando a stimolare la sensibilità su quelle parole, recuperandole in modo creativo”.  Repubblica.

Uso della lingua

lemma: significa voce di un dizionario
a scapito di: a danno di
Lasciamo ai lettori la ricerca del significato e dell’origine dei neologismi e delle parole obsolete qui elencati.

Addio Andrea Zanzotto

Il 18 ottobre è morto il poeta Andrea Zanzotto. Aveva compiuto 90 anni da pochi giorni. “Chi scrive lo ricorda accogliente nella sua casa, con lo sguardo vispo e sornione, dietro una scrivania carica di fogli. Affamato di vita, aveva chiesto di essere portato sul Col Visentin, vicino alla sua Pieve, meta di tante scampagnate giovanili. Ma le condizioni fisiche gli impedivano anche il giretto attorno alla sua casa che faceva di consueto. … Era diverso da molte foto d’antan: molto smagrito con lo sguardo fiero sotto una cuffia di lana, che strideva con la sua autorevolezza. Era una uomo che aveva faticato molto. Era cresciuto facendo il capofamiglia, visto che il padre era un antifascista ed era al confino. Da ragazzo aveva subito l’umiliazione di fare lo sguattero in Svizzera per rimediare ai tanti debiti che la guerra aveva estorto alla famiglia. Era stato un grande lavoratore: spesso a mezzanotte con la moglie, anche lei laureata in lettere, dopo le fatiche quotidiane, si mettevano a tradurre i testi dal francese. Del Nobel, di cui spesso si ventilava l’arrivo, non gliene importava davvero nulla. Lo considerava un premio politico, che veniva assegnato a seconda di come tirava il vento. Il Sole 24 Ore.

Per la Domenica del Sole aveva accettato poche settimane fa di registrare i versi di alcune sue poesie preferite e tra queste aveva scelto proprio “De senectute”, che parlava della vecchiaia.  Per sentirle cliccare qui.

Uso della lingua

Si noti la ricercatezza della lingua di questo articolo. Segnaliamo alcuni vocaboli poco comuni: d’antan è un’espressione francese che significa d’altri tempi; confino era l’obbligo di dimorare lontano dalla propria casa, una punizione comminata agli antifascisti durante il fascismo; estorto, estorcere, significa carpire, prendere con la violenza; ventilava, ventilare, in senso figurato significa prospettare; a seconda di come tira il vento, significa per opportunismo.

Il futuro delle facolta’ umanistiche in Italia

Dato che le facoltà umanistiche offrono poche opportunita’ lavorative, sarebbe il caso che alle facoltà umanistiche si iscrivessero in pochi, e non in tantissimi come succede oggi. Ma per motivi diversi, questa ragionevole conclusione è serenamente ignorata dallo Stato, dalle università e dagli studenti. Le ragioni sono varie. Da un lato, l’Italia vuole aumentare il numero dei laureati per colmare il suo divario rispetto agli altri paesi europei, e dal momento che un laureato in Filologia romanza pesa quanto un laureato in Ingegneria si lasciano iscrivere tutti, indipendentemente dalle proprie soggettive capacità e dalle oggettive possibilità d’assorbimento nel mondo del lavoro. Poi qualche santo sarà.
L’altra ragione è che la quota di finanziamento per ateneo è proporzionale al numero degli studenti.   Quindi è un pio desiderio immaginare che le facoltà umanistiche decidano motu proprio una politica di assoluto rigore, bocciando agli esami tutti quelli che meriterebbero di essere bocciati: è difficile che una corporazione (qualsiasi corporazione) scelga di suicidarsi.
Sarebbe utile creare una soglia, che limiti il numero di studenti che si iscrive alle facoltà umanistiche istituendo  un rigoroso esame d’ingresso che sia un esame selettivo, non un test orientativo.  E chi non la supera rimane fuori. Rimanere fuori a 18 anni non è una tragedia.  Se invece la soglia la si trova, insuperabile, a 24 o 25 anni, le cose sono infinitamente più difficili.   Il Sole24Ore.It

Uso della lingua

facoltà umanistiche: corsi di studio universitario focalizzati su materie umanistiche come: filologia, letteratura, storia, filosofia, storia dell’arte, ecc..
qualche santo sarà, pio desiderio: due espressioni idiomatiche di ispirazione religiosa che significano ” qualche santo aiuterà, a trovare una soluzione”, e un ” desiderio impraticabile (wishful thinking).
motu proprio: di spontanea volontà, 

Scarpe Superga: un simbolo del made in Italy

Apre a Torino una mostra che celebra i 100 anni delle scarpe Superga. Gomma e tela. Ricordi di generazioni sui campi da tennis o nei cortili e storia del «made in Italy». Un percorso raccontato da oggi nello spazio delle Officine Grandi Riparazioni con la mostra «Happy birthday, baby», pronta a celebrare il primo centenario del marchio torinese, voluto nel 1911 da Walter Martiny: lo scopo era lavorare e produrre articoli in gomma. … su cui hanno camminato milioni di piedi. Che hanno praticato sport, ballato nelle discoteche, attraversato città, e che non se ne sarebbero separati mai, d’estate o d’inverno: perché la moda l’ha consacrata tendenza. E questa è naturalmente una delle chiavi di lettura della mostra, aperta sino al 20 ottobre, fianco a fianco al progetto museale «Fare gli italiani» realizzato per il 150 anni dell’Unità d’Italia. «Non un caso, in uno spazio ex-industriale» dice Massimo Temporelli, il curatore. «Entrando nella storia della produzione di questa scarpa si scoprono le potenzialità creative, tecnologiche, di impatto sociale e di stile che hanno cambiato il nostro Paese». La Stampa.

Uso della lingua

Si notino alcune frasi piuttosto elaborate, come “la moda l’ha consacrata tendenza“, che significa che le scarpe Superga sono diventate di moda; oppure “di impatto sociale e di stile“, perché le scarpe Superga sono un segno di appartenenza sociale, oltre che una tendenza della moda.

Braccia indiane per il Grana padano

Il prodotto tipico della valle padana avrebbe serie difficoltà ad arrivare alle catene di distribuzione e sulle tavole degli italiani (e del resto del mondo) se non fosse per la manodopera immigrata, quella proveniente dall’India in particolare. Lo sostiene un’inchiesta del New York Times riportata in prima pagina come notizia di apertura sull‘International Herald Tribune (che del Nytimes è la vetrina internazionale) che senza girarci troppo attorno riassume tutto nel titolo: «Sono i contadini indiani a far scorrere il latte italiano».
Sono in particolare i Sikh del Punjab ad avere preso il posto degli allevatori italiani nelle aziende lattiero-casearie della pianura al punto che, ricorda il quotidiano Usa, nella provincia di Cremona al fianco dei Ferrari e dei Galli uno dei cognomi più diffusi sull’elenco telefonico è diventato Singh, E’ iniziata da almeno vent’anni l’immigrazione indiana nelle zone padane e oltrepadane e oggi  su circa tremila addetti, gli immigrati rappresentano un terzo della forza lavoro. «Non saprei dire se senza gli indiani si rischierebbe davvero uno stop – ha precisato al giornale newyorkese -, ma di certo le difficoltà sarebbero notevoli». 
 Il Corriere.it
Per altre informazioni sull’argomento vedi anche l’articolo “Braccia indiane per il Grana padano” www,presseurop. 
In questo articolo leggiamo che i figli di questi immigrati sono bravissimi a scuola e si sentono più italiani che indiani. Si sentono radicati in Italia e la considerano la loro nuova patria.


Uso della lingua

vetrina: questo termine di solito indica il luogo di un negozio dove si espone la merce, in questo contesto significa “il portavoce”.
padane : all’interno della Pianura Padana
oltrepadane: al di fuori della Pianura Padana
addetti: persone impiegate

Ribellarsi è giusto

E’ il titolo del libro appena uscito di Massimo Ottolenghi, 95enne ancora pieno di energia, ex partigiano e da sempre impegnato nella difesa dei diritti civili, che lancia una sfida ai giovani, “Noi non ce l’abbiamo fatta, abbiamo fallito, ora tocca a voi”, dice. Ma i ragazzi di allora hanno molto contribuito alla nostra storia.

Sulla Stampa esce un suo bel ricordo di Natalia Ginzburg (nella foto), sua amica d’infanzia a Torino, morta il 7 ottobre di 20 anni fa. “Torino era una città a compartimenti stagni. La partita di pallone era un modo per superarli, per conoscere i ragazzi di barriera. Fra loro ho trovato amici veri, che durante le persecuzioni razziali mi sono stati più vicini di molti altri, dell’ipocrita borghesia e anche degli ambienti universitari”. Padre ebreo, madre cattolica: per molto tempo non significò nulla, fino al brusco risveglio delle leggi razziali. … “Eravamo i ‘gagnu‘, i rompiballe ficcanaso che non la smettevano di correre dietro ai più grandi”, racconta. Anche gli echi di quelle partite arrivavano a Natalia, pronti a essere trasferiti nel Lessico famigliare: perché fra i partecipanti c’era Alberto, uno dei fratelli della scrittrice, amico fraterno di Giancarlo Pajetta, il cui fratello minore, Giuliano, era lo scatenato compagno di banco di Ottolenghi”. La Stampa.

Uso della lingua

compartimenti stagni: letteralmente sono i locali della nave a perfetta tenuta d’acqua. Di solito quest’espressione è usat in senso figurato per significare gruppi nettamente separati.
di barriera: significa ostacolo. Qui è usato in senso figurato, come ostacolo sociale, ragazzi di una diversa estrazione sociale
gagnu: è un termine dialettale, piemontese, che significa bambino

Pecore a Milano

Piazza Duomo, e tutto il centro di Milano, occupati da un gregge di 700 pecore, con tanto di pastore e cani pastore. La pacifica invasione è dovuta alle riprese di un film dedicato a Renato Zucchelli, 47 anni, l’ultimo pastore nomade rimasto a Milano. Renato non è figlio di pastori e contro il volere della famiglia, che desiderava per lui un lavoro più stabile, è riuscito a realizzare il suo sogno di bambino: fare il pastore vagante. Da anni con il suo gregge percorre la strada della transumanza giungendo fino a Milano, ma ogni anno è respinto sempre più all’esterno della città. L’industrializzazione e il progresso della metropoli non possono assorbire al loro interno il suo lento incedere. Ma Renato, nonostante le difficoltà, si sente appagato e non vuole abbandonare questo mestiere millenario che è per lui da sempre una ragione di vita. Il suo sogno di entrare nel cuore della città si è realizato proprio grazie al film a lui dedicato: “L’ultimo pastore” di Marco Bonfanti. Guarda il video. Repubblica.

Uso della lingua

transumanza: una parola non più di uso comune, significa la migrazione stagionale del bestiame – pecore, capre e mucche – dai pascoli di pianura – dove risiedono d’inverno – a quelli, estivi, di montagna. Per saperne di più di transumanza e pascoli e per vedere delle belle fotografie sull’argomento, andare sul blog: Storie di pascolo vagante.