La famiglia italiana resiste

Tradizionale o allargata, etero o gay, è uguale: il nucleo affettivo di base è l’ombrello sotto cui gli italiani si rifugiano per affrontare la tempesta della crisi. E non solo quella economica
Coppie che si sfasciano, famiglie che si ricostituiscono, madri single, padri separati, figli che non se ne vanno, anziani che rimangono soli.  La famiglia, dagli anni Settanta in poi, ha attraversato moltissime turbolenze. Ma proprio mentre tutti la danno in via di estinzione, o perlomeno in seria crisi, ecco che dimostra una sua impensata vitalità: si rompe ma si ricompone, si frantuma ma si rafforza.
E’ una storia tutta italiana, questa, che riaffiora a dispetto di ogni cambiamento: i legami familiari rimangono centrali. Anche dietro la scelta più trasgressiva si nasconde, se si va a vedere, una rete collaudata di solidarietà. Una struttura antica, si direbbe contadina.
I nuovi studi riportano che la maggioranza delle persone, che si sposi o vada a convivere, non si allontana mai molto dall’abitazione dei genitori. I due terzi rimangono nello stesso comune di residenza; che le coppie coniugate con figli sono scese al 30 per cento e che i matrimoni religiosi sono in forte calo: in Lombardia le unioni civili hanno fatto il sorpasso.
Si dilata ulteriormente la permanenza dei ragazzi, tra i 18 e i 34 anni, in casa dei genitori,  e cresce anche il numero degli anziani che tornano a vivere in casa dei figli, per contribuire con la loro pensione.
La cosa piu’ sorprendente è che  i ragazzi, come ha rivelato nelle sue ultime ricerche il Censis, ammettono che per loro la famiglia è la cosa più importante. Non solo: i genitori sono tornati a essere un modello, a cominciare dal padre, che pure sembrava negli ultimi tempi sostanzialmente “sbiadito”. 
La famiglia resiste, e proprio nel momento della fine del modello tradizionale rimane un importante progetto di vita». Il più importante, forse, per gli italiani.
L’Espresso

Uso della lingua
sfasciare: sinonimo di rompere
dare in via di estinzione: considerare sulla via dell’estinzione. Anche “dare per” ha lo stesso significato. Si potrebbe dire “la danno per estinta”.
che si sposi o vada: notare l’uso del congiuntivo
Censis: Censis, CENtro Studi Investimenti Sociali, è una fondazione senza fini di lucro che opera come istituto di ricerca socioeconomica

Le storie dimenticate di Elsa Morante

La scrittrice romana Elsa Morante non era ancora adolescente quando scrisse i racconti pubblicati sul Corriere dei piccoli tra il 1933 e il 1937. Oggi quella collezione, dedicata ai bambini e spesso dimenticata, rivive grazie a un’esposizione particolare, “Edizione straordinaria! Elsa Morante e il Corriere dei piccoli”, in mostra nella “Casa della memoria e della storia” di Roma fino al 28 maggio. 
Sette le storie trasformate in cartoncino e colori: Il povero santino della bella chiesa; La storia dei bimbi e delle stelle; La storia di Giovannella; Paoletta diventò principessa; La casa dei sette bambini; Il soldato del re; e La casina che non c’è.  
“E’ un’esposizione che accoglie l’immaginario dei bimbi degli anni ’30 e aiuta i ragazzi a comprendere come vivevano i loro nonni,” spiega Daniera Mantarro, responsabile della biblioteca della “Casa della memoria”. “Solo grazie alla memoria possono comprendere il mondo contemporaneo.” La Repubblica.
Note culturali
Elsa Morante (1912-1985) è una grande scrittrice italiana. Tra i suoi romanzi più noti ci sono: L’isola di Arturo, e La storia.
Corriere dei piccoli, detto anche Corrierino era un notissimo giornalino per bambini. Era un supplemento settimanale del Corriere della sera e ospitava famose storie a fumetti, come quelle del Signor Bonaventura, simpatico personaggio creato dal disegnatore Sto, Sergio Tofano. Il Corriere dei piccoli è uscito dal 1908 al 1995.

Le “tossine grammaticali” della lingua italiana

Vi consigliamo di guardare il divertente video di Carlotta
e della sua crociata contro il “piuttosto che” all’interno dell’articolo.

Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, due linguisti italiani, sostengono che la lingua italiana parlata ai nostri giorni è piena di “tossine grammaticali”, modi di dire o espressioni, che sono entrate nel lessico comune, ma che fanno a pugni con la correttezza e la sensibilità linguistica. Per evidenziare la loro tesi hanno raccolto in un manuale ben 300 “cose da non dire ed errori da non fare”. E se è assodato che il famoso congiuntivo, regola prima della sintassi, compare ormai ben di rado sui giornali, nei blog e nelle chat, e se politici e personaggi pubblici lo ignorano nelle interviste radiofoniche o televisive, questa volta Della Valle e Patota concentrano la loro attenzione su un elenco infinito di scivoloni comunicativi. Da quel facci al posto di faccia, reso famoso dal ragionier Ugo Fantozzi in un suo film del 1975, con il suo celeberrimo facci lei…, al mancato uso dell’accento sulla terza persona del verbo dare. Raggruppati in ordine alfabetico, gli errori più diffusi, sono seguiti dal modo corretto di dire e da citazioni di quanto scritto o detto dai personaggi colti in fallo. Perché, avvertono gli autori, mentre non è lecito né opportuno infierire su chi, per umile estrazione, non ha dimestichezza con la lingua italiana, è giusto fare le bucce a chi di comunicazione vive e si serve. LaRepubblica
Uso della lingua
tossina: sostanza tossica e velenosa che attacca e corrompe l’organismo.
fare a pugni: usato in senso figurato con il significato di “contrastare o essere in contrasto.
ben: quando è usato davanti ad un numero ne enfatizza la quantita’.
scivolone: significa caduta. Anche in questo caso è usato in senso figurato con il significato di grave errore
fare le bucce: è un’espressione figurata di origine toscana che significa criticare, ma piu’ esattamente: “esaminare accuratamente il lavoro altrui per vedere se sotto la “buccia” è tutto in ordine ” . In altre parti d’Italia si dice “fare le pulci”.

Note culturali
Il Ragionier Ugo Fantozzi: E’ un personaggio comico nato nel 1968 e impersonato da Paolo Villaggio. Il personaggio è quello del perdente (loser), uomo mediocre ma indistruttibile perché come spiega lui stesso alla moglie Pina “io sono il più grande “perditore” di tutti i tempi. Ho perso sempre tutto: due guerre mondiali, un impero coloniale, otto – dico otto! – campionati mondiali di calcio consecutivi, capacità d’acquisto della lira, fiducia in chi mi governa… e la testa, per un mostro e per una donna come te. »