Anno bisesto: storia di un’anomalia che ritorna ogni quattro anni

 

Curiosità storicheleap-day-kwKD-U43160266817576FBI-1224x916@Corriere-Web-Roma-593x443

Secondo l’attuale calendario gregoriano, dopo la nascita di Cristo sono bisestili gli anni il cui numero è divisibile per 4. Attenzione però: non solo bisestili quelli divisibili per cento (1800, 1900), a meno che non siano divisibili per quattrocento (ovvero il 2000 è stato bisestile). Prima non esisteva una regola fissa, la norma era regolata da decisioni politiche. Fu Ottaviano Augusto, nell’8 d. C. a imporre la decisione delle annualità bisestili, riordinando la situazione.
Cosa significa la parola «bisestile»?         Bisogna tornare sempre lì, a Roma e alla riforma varata da Giulio Cesare. Il termine deriva dal latino «bisextus», «due volte sesto», L’uso romano prevedeva il conteggio per due volte, negli anni bisestili, del sesto giorno che precedeva le calende di marzo, cioè il 24 febbraio. «Doppio giorno sesto», quindi «bisesto». In età più tarda, quando si incominciò a contare i giorni del mese partendo dal primo,il giorno «bis sexto» di febbraio divenne il 29. E da allora quello è rimasto. corriere.it

“L’Italia non ci vuole, non si vanti dei miei risultati”

AamY5OCdOltre al danno, la beffa. E a questa, proprio non ci sta. Roberta D’Alessandro, una ricercatrice italiana che si è trasferita in Olanda per vivere e lavorare, stavolta non riesce a ingoiare il rospo e, usando Facebook, ha deciso di rivolgersi direttamente alla ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, per togliersi un doloroso, più che fastidioso, sassolino dalla scarpa. “Ministra, la prego di non vantarsi dei miei risultati. La mia ERC e quella del collega Francesco Berto sono olandesi, non italiane. L’Italia non ci ha voluto, preferendoci, nei vari concorsi, persone che nella lista degli assegnatari dei fondi ERC non compaiono, né compariranno mai”. Inizia così il post di D’Alessandro, ripreso e pubblicato sul sito della Stampa, nel quale la ricercatrice chiede con decisione alla ministra di evitare di ostentare un risultato non suo. La Repubblica

Usi della lingua
Osservate quante metafore e usi idiomatici della lingua si concentrano in queste poche righe.
Il linguaggio dei nostri giornali può essere uno strumento impareggiabile per cogliere lo “spirito” italico

Oltre al danno la beffa: È un ‘espressione molto comune che significa “Che qualcuno che è vittima di un danno è anche preso in giro da chi glielo ha causato. La versione popolare e dialettale di quest’espressione è “Cornuto e mazziato”.
non ci sta: non accetta
ingoiare un rospo: è un modo di dire che  significa: accettare, anche di malavoglia, situazioni difficili e spiacevoli. L’espressione ha diverse etimologie. Una delle possibili è che derivi dalla difficile digestione che provoca nel serpente il mangiare un rospo.
togliersi un sassolino dalla scarpa: significa liberarsi di un peso o di un fastidio.
ERC:  European Research Council https://erc.europa.eu/consolidator-grants/italian

Addio a Umberto Eco

ecoRicordiamo Umberto Eco, mancato ieri all’età di 84 anni, con una delle sue frasi celebri.

Chi non legge a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito. Perché la lettura è un’immortalità all’indietro.

Altre si trovano sul Corriere della Sera.

Il cacciatore di zanzare

mosquitosLui, il killer delle zanzare, si siede e attende con pazienza che arrivino dalle risaie sconfinate di Vercelli. Non s’innervosisce: Marciano Huancahuari, 52 anni, una vita intera spesa a dare la caccia a «mosquitos» di tutti i tipi, sa quando e dove inizieranno l’assalto. Come fa? Respira piano e svela: «Per battere il tuo nemico devi conoscerlo alla perfezione. Devi averlo studiato per anni». L’ha imparato dal kung-fu, fin da quando lo insegnava ai bambini del suo Paese, il Perù. E l’ha applicato qui, a questa lotta senza esclusione di colpi, combattuta contro esserini che possono renderti la vita impossibile, se abiti in Pianura Padana.

Marciano parla con l’accento di Papa Francesco e la stessa calma che usa per stanare, in estate, eserciti di microscopici soldati dalle campagne: «Sono sudamericano, ma Vercelli adesso è la mia casa. Lavoro per liberare, ogni anno, la città dagli insetti. …

Marciano rispetta il suo originale nemico «che ormai sa adattarsi a tutte le condizioni climatiche, è sempre più forte», e le zanzare fanno lo stesso con lui: «Non so perchè, non mi hanno mai punto. Abito a Vercelli ma sarò l’unico a non possedere in casa una zanzariera…». Alessandro Ballesio, La Stampa.

Note culturali e didattiche

Questo articolo può essere l’occasione di esplorare, anche solo virtualmente, la Pianura Padana e le sue città, da Torino al delta del Po. Tra queste c’è anche Vercelli, che ha cattedrale imponente e importante architettonicamente, e che si trova in un’area agricola dove si coltiva principalmente il riso. Un’area calda e umida d’estate, molto amata dalle zanzare!

Marco Drago e le onde gravitazionali

ondeÈ un giovane italiano il ricercatore che per primo ha osservato le onde gravitazionali. Si chiama Marco Drago, ha 33 anni. Laurea a Padova, ora lavora al centro di calcolo «Atlas» del Max Planck Institute a Hannover: qui analizza alcuni dei dati in arrivo dalle due grandi antenne di «Ligo». È questo «cervello in fuga» che ha ricevuto, lo scorso 14 settembre, la mail d’«allerta» con i dati della scoperta destinata a diventare storica.

La caccia alle onde gravitazionali coinvolge migliaia di ricercatori nel mondo. È stato un caso se la mail è arrivata proprio a lei?

«No. E ci tengo a precisarlo. Sono stato io, con i miei colleghi di Padova, Trento e Florida, ad aver messo a punto l’algoritmo che valuta i dati raccolti dall’interferometro e decide di inviare la mail di “alert”. In altre parole siamo stati noi a creare il sistema di allarme automatico attraverso il quale l’esperimento comunica i dati che vengono registrati dagli strumenti in tempo reale». Emanuele Perugini, La Stampa.

Note di lingua

Cervello in fuga è un’espressione che ricorre spesso nella stampa italiana. Cosa significa?

Questa intervista è ricca di termini ed espressioni che appartengono al campo semantico delle scienze. Vi consigliamo di trovarle per arricchire il vostro vocabolario.

101 anni, insegna e recita Dante a memoria

101 anni a S. Valentino«Centouno anni e signorina». Si presenta così, con un sorriso ironico, la nonnina di Castelvetrano che il 14 febbraio festeggia un secolo e un anno di vita, Pietra Coniglio, professoressa ovviamente in pensione (ha avuto la prima cattedra nel 1939), ma ancora in attività, due studentesse a casa a giorni alterni per latino, greco e tanta Divina commedia, recitata a memoria: «Una vita piena, grazie a Dio, ma destino vuole che festeggi per San Valentino senza avere mai avuto una vera storia, un matrimonio, un fidanzamento. Diciamo che i miei veri amori sono stati la scuola e gli studenti. Ma c’è ancora tempo. O no?».

L’appello alla legalità

Fra latino e greco raccomanda anche alle due studentesse che si alternano, Chiara Calcara e Lina Stella, di «tenere la barra dritta della legalità», come ripete pensando al superlatitante di Cosa nostra: «Adesso che per questi 101 anni rischio di diventare famosa come lui, da figlia di un maresciallo, gli dico di costituirsi. Per colpa sua veniamo etichettati tutti come mafiosi. Pure chi non ha niente da dividere con certi personaggi».Corriere.it

Di chi si parla
Superlatitante di Cosa nostra: si tratta di Matteo Messina Denaro  soprannominato “U siccu” («il magro») a causa della sua costituzione fisica ed è considerato tra i latitanti più ricercati al mondo. Capo e rappresentante indiscusso della mafia trapanese, risulta essere attualmente il boss più influente di tutta Cosa Nostra siciliana.

Dante e il nascente ceto borghese. Una voce contro il degrado morale

Dante

Questo articolo ci presenta un Dante molto attuale, portavoce del malessere  dei suoi tempi ma anche dei nostri.
“..questo Dante è soprattutto la voce politica del nuovo ceto borghese, che si scaglia contro la lussuria e il degrado etico di nobiltà e clero, tutti smodatamente compresi a spartirsi il denaro derivante da tasse, elargizioni o pagamento di indulgenze. Nostro contemporaneo in tutti i sensi, il poeta denuncia la dilagante corruzione senza paura. Vittima del sistema, osa attaccare il potere e per questo è costretto all’esilio. Con una persistente tensione dinamica la narrazione procede a scorci con l’aggiunta dell’effetto straordinario dell’improvvisa sospensione.

Se volessimo trovare esempi nel mondo della canzone d’oggi Dante potrebbe essere un rocker internazionale come Springsteen o Bob Dylan, Petrarca una popstar italiana alla Baglioni, Ramazzotti o Pausini. Al di là di accezioni filosofiche, metafisiche, morali, e di analisi figurali, plurilinguistiche, strutturali, la Commedia resta l’unica opera capace di toccare il cuore a tutti i lettori, anche ai più umili. Sono molteplici le testimonianze di persone che conoscono a memoria tutta la Commedia, senza sapere il significato dei versi.

Un vero spettacolo, un esempio per i giovani quello di chi recita ad alta voce solo per la bellezza del suono, attratto quasi in senso mistico dalla musica dantesca. Corriere.it