Nell’Italia del XVII secolo le donne meno fortunate potevano ambire a guadagnare una piccola dote da portare in matrimonio grazie a una variante del gioco del Lotto. Si chiamava il Lotto delle Zitelle, conquistò tutta l’Europa e piacque persino a Giacomo Casanova
C’è un gioco antico che racconta l’Italia e la sua storia, i suoi costumi e le sue tradizioni. Un gioco che dal XV secolo a oggi si è evoluto, così come si è evoluta la società, attraversando tappe e innovazioni fino ad arrivare a noi. E’ il Gioco del Lotto, nato dalle “borse di ventura” toscane e diventato poi nel 1576 il Gioco del Seminario, la forma più simile a quella che conosciamo oggi.
.. verso la metà del XVII secolo in Italia, e in particolare a Torino, si diffuse la pratica del Lotto delle Zitelle.
Oggi le chiamerebbero single ma allora la figura della donna non aveva ancora la sua emancipazione al punto che un buon matrimonio, e una buona dote, per molte era l’unica prospettiva di vita. A loro si ispirò il Lotto delle Zitelle che, modificando la formula del Gioco del Seminario, permetteva di giocare non sui candidati alle cariche politiche ma sui nomi delle ragazze povere.
Ogni numero era abbinato a una di loro e a seconda delle estrazioni cinque sorteggiate venivano premiate con una dote pari a cento lire. Si narra che la variante delle Zitelle ottenne il benestare del re Carlo Emanuele II che prese a stilare personalmente la lista delle cento ragazze. Questa versione del gioco riscosse grande fortuna non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa e addirittura in Francia venne promosso da un personaggio celebre come Giacomo Casanova.
Dote: è l’insieme dei beni che la famiglia della sposa dava tradizionalmente allo sposo come contributo al futuro della coppia.
Zitella: un modo spregiativo per definire una donna matura non ancora sposata. Is usa anche per descrivere una donna dal carattere acido e irritabile.