Milano e i creativi del design internazionale

In occasione del Salone del Mobile di Milano, proponiamo questi due articoli del Sole24Ore.
L’articolo “Gioventù creativa” ci ricorda che
“Nelle università di tutto il mondo ogni corso di progettazione degno di tale nome parte dal made in Italy e da Milano “la città della moda, della Scala e soprattutto del design”.  Perché tutto è cominciato qui.” I futuri designers vengono a Milano da tutto il mondo, “Questo è il caso di “José Luis González Cabrero, giovane designer messicano che si è trasferito sei anni fa per studiare al Politecnico. Talvolta capita anche l’opposto, ovvero che un affermato studio estero ingaggi un giovane laureato italiano. Valerio Sommella, oggi trentaduenne, vanta un’esperienza all’estero con Marcel Wanders, star olandese della progettazione. Un’esperienza fantastica, «ma non c’è carriera se lavori con un maestro», spiega Valerio. Tornato da Amsterdam si è messo in proprio.”  Il Sole24Ore
La discussione sul tema del Made in Italy e della scuola italiana di design continua nell’articolo “Made in Italy designed worldwide” in cui Mario Bellini ” uno dei giganti della nostra scuola di design”, ci dice che “la scuola italiana di design” non c’è più da parecchio tempo», ma anche che la fine del primato italiano sul design “non ci ha fatto perdere il vantaggio strategico nello stile, perché abbiamo un solido sistema di impresari capaci di attrarre i più talentuosi designer del mondo. Non è una cosa da poco. Il design internazionale fiorisce in Italia,  e solo in Italia lo sanno sviluppare, fare, comunicare.”  IlSole24Ore

Uso della lingua

ingaggiare: dare lavoro
vantare: essere orgoglioso di qualcosa
mettersi in proprio: intraprendere un’attività autonoma

L’ultima dei Borsalino

Giovanna Usuelli è morta ieri a 96 anni, senza figli: per tutti era «l’ultima dei Borsalino».
I cappelli erano al centro della sua vita. I cappelli di feltro roba da maschi? Non per Giovanna che quasi ogni giorno estraeva dalla sua sterminata collezione quello «giusto» per l’occasione e l’umore. Quando ad esempio le comunicarono che volevano consegnarle il Gagliaudo d’Oro (un premio locale, è toccato anche a Eco) la prima reazione fu: «Bellissimo, ho già in mente il cappello che indosserò». Un feltro azzurro a tesa larghissima, era fra le poche a poterlo esibire con disinvoltura.
Sul tema curò anche un paio libri e fu grazie al suo impegno incessante (e insistente) se alla fine la città salvò la preziosa «sala prove» del cappellificio facendone un Museo unico, meta anche di comitive straniere.
Quando nel 1987 fu abbattuta la  storica ciminiera emblema della Borsalino e anche un po’ della città, Alessandria (Piemonte), il cui  nome  era noto in tutto il mondo grazie al suo cappellificio Giovanna scrisse anche una sua poesia in rime baciate. Cominciava così: «Salve, sono la Ciminiera/ Sì, lo so, si è fatta sera/ e le ruspe lì di sotto/ stan per fare il quarantotto/ Sono inutile, son vecchia/ ma Alessandria in me si specchia». Potrebbe essere l’epitaffio di Giovanna Usuelli, l’«ultima dei Borsalino».
LaStampa

Uso della lingua

tesa: la parte piatta del cappello che sporge in fuori (brim).
feltro: panno di lana mista a peli di animali e lavorata con speciali presse, usato per confezionare cappelli.
fare il quarantotto: modo di dire con cui si intende confusione, caos, disordine. L’uso del “quarantotto” si riferisce alle cinque giornate di Milano nel 1848.

Il futuro della moda è qui

In questo articolo il giornalista di D-La Repubblica intervista Colomba Leddi, direttrice del triennio di Fashion Design della Naba (Nuova Accademia di Belle Arti) di Milano, per sapere in che direzione andrà la moda e  chi sono i giovani studenti che saranno gli stilisti di domani.
Secondo la Leddi si sta assistendo in questi anni ad una grande rivoluzione nella moda  “In meno di tre anni ben due first lady hanno deciso di vestirsi low cost: seguendo l’esempio di Michelle Obama anche Kate Middleton, moglie del principe William d’Inghilterra, ha posato in occasioni ufficiali con vestitini di Zara o simili.” Un segnale chiaro che la moda non è più o non soltanto per un’elite ma è più vicina ai gusti della dalla gente comune. 
Gli studenti della Naba che studiano la moda  sono in aumento e non sono piu’ solo italiani.  Molti studenti provengono dall’Est europeo e molti sono cinesi. Mentre gli studenti italiani hanno un senso estetico già sviluppato e un gusto innato per abbigliamento,  quelli dell’est europeo hanno una bella energia creativa, una buona tecnica  e sono più liberi degli studenti italiani dai vincoli di gusto e di estetica dominanti.  I ragazzi cinesi, sopratutto quelli di seconda generazione, hanno sviluppato un interessante miscuglio di precisione e rigore cinesi e cultura italiana.
Secondo la Leddi i clienti di oggi sono più attenti, più sgamati,  meno condizionati dalla pubblicità o dai canoni estetici.  Sanno mischiare capi di qualità con capi low cost. Si sentono più  liberi  di scegliere cosa comprare e quanto investire. In quanto alla distribuzione  la tendenza futura sarà di comprare alla fonte.  Gli stilisti famosi si cimenteranno nell’industria low cost e perfino  le testimonial cambieranno. Le future testimonial saranno “le donne incontrate per la strada, libere da stereotipi e che mischiano vestiti come meglio credono.”
Insomma lo sguardo degli appassionati di moda ormai è sulla strada, sulla gente vera e sta ai giovani stilisti leggere e interpretare  le nuove tendenze.
D- La Repubblica

Uso della lingua

Sgamato: è un’espressione gergale romana che indica una persona che sa il fatto suo, che non si fa imbrogliare. Deriva da sgamare, che significa scoprire, soprattutto scoprire un imbroglio. (to suss out)

Architetti italiani progettano a Barcellona il grattacielo “verde”

È possibile conciliare grattacieli e dimensione “verde”? Questo problema si sta riproponendo con sempre maggiore urgenza man mano che ci si avvicina all’Expo 2015 di Milano. Come evitare la cementificazione del territorio, proteggere l’ambiente e non snaturare il profilo della città?
Una proposta in questo senso arriva da Barcellona: è lo Stairscraper, il progetto di un “grattacielo a elica”, con un effetto visivo rotante e con un’impronta ecologica, realizzato da Alessandra Faticanti e Roberto Ferlito, due architetti italiani fondatori dello studio barcellonese Nàbito Arquitectura. Stairscraper si presenta come una scala a chiocciola dove ogni “gradino” è costituito da un appartamento con giardino; il tetto di ciascun appartamento ospita il giardino della casa al piano di sopra, con uno sviluppo a rotazione a 360 gradi.  Ogni unità abitativa mantiene così la propria intimità e – grazie al giardino antistante – una proiezione orizzontale, con una qualità della vita nettamente migliore di quella di un normale grattacielo. Un altro passo avanti sulla strada dell’Architettura Dinamica ideata da David Fisher con le sue celebri Rotating Towers.
L’Espresso

Uso della lingua

man mano or mano mano: significa gradualmente

Milano a New York

La creatività di casa nostra oggi pomeriggio apre le porte ai newyorchesi, con l’inaugurazione nel quartiere di Soho, a Greene Street, di venti showroom italiani che espongono i loro prodotti in America fino al 6 gennaio. “I Saloni Milano“,  per la prima volta, raccoglie contemporaneamente a New York 20 prestigiosi marchi del design italiano: Artemide, B&B Italia, Boffi, Cesana, Flos, Flou, Fontana arte, Giorgetti, Glas Italia, Kartell, La Murrina, Lualdi, Luceplan, Matteograssi, Molteni & C – Dada, Pedini, Poliform, Varenna, Poltrona Frau, Scavolini e Tre P & Tre più.  Il presidente del Cosmit (l’azienda che organizza il Salone del Design di Milano)  Carlo Guglielmi, a New York per il taglio del nastro, parla di un’operazione innanzitutto di immagine. “Nel momento in cui l’Italia fa parlare il mondo per i rifiuti, noi rilanciamo con un’iniziativa che mette sotto i riflettori l’eleganza e lo stile del made in Italy. Non ci limitiamo a portare in mostra il prodotto finale, ma vogliamo che sia chiaro l’intero processo produttivo”. La raffinatezza dell’artigianato italiano, la ricercatezza e l’unicità del nostro design: sono quello che  organizzatori metteranno in mostra negli showroom per i visitatori con i vini e i piatti di Eataly, il nuovo emporio di lusso sulla Quinta Strada dedicato al cibo e alla tradizione italiana. Non solo design, ma un colpo d’occhio globale sulle eccellenze di casa nostra.  «Abbiamo selezionato spettacoli e performance che parlino un linguaggio internazionale», spiega Guglielmi. A completare l’affresco italiano, sarà il 2 dicembre il Grand Opening dell’«Ultima cena di Leonardo» interpretata da Peter Greenaway, opera scelta in questo contesto di revival del made in Italy come spettacolo inaugurale della struttura rinnovata di Park Avenue Armory. Corriere della Sera.

Uso della lingua
taglio del nastro e mettere sotto i riflettori sono espressioni metaforiche che significano rispettivamente, inaugurazione e mettere in mostra.
rifiuti: è un sinonimo di  spazzatura. L’articolo  allude al problema che affligge  Napoli  e di cui la stampa parla quotidianamenti da settimane.