Uno smartphone ti allegerisce la vita

Anni Homo Analogicus Anni ’70

Homo Immaginis Anni ’80

Homo Digitalis Anni 90

Homo Reperibilis Anni ’00

Homo semper connessus Anni ’10

 

 

 

 

 

 

 


Dall’autoradio estraibile ai gettoni per telefonare fino allo smartwatch con cui pagare online al supermercato.Dagli anni ’70 ad oggi, ecco ciò che ci portiamo dietro quando usciamo di casa.

Gli anni 70 A guardare le foto di quegli anni, viene quasi da sorridere. Uomini in giro con il borsello e il maglione dolcevita, donne con le zeppe e i pantaloni a zampa di elefante. Niente cellulare, smartwatch o iPod: un mangiadischi sul sedile posteriore dell’auto e bastavano gli ABBA a ripetizione continua a rallegrare la giornata.

Gli anni’80 erano gli anni della musica pop, di Pac-Man e dei blue jeans. Delle Timberland e di Cristina D’Avena, dei Duran Duran e delle enormi radio a pile da portare in spalla. Anni in cui ci si orientava in auto con le carte stradali, impossibili da piegare una volta aperte. E si telefonava con i gettoni, sempre che non si girasse a vuoto per cercare una cabina.
Gli anni 90. È stato il decennio della svolta, quello in cui sono arrivati i cellulari. Da allora, nella società, tutto è cambiato: il modo di relazionarsi con le persone, il senso della reperibilità, la capacità di aspettare o il dovere di rispettare un orario per l’impossibilità di avvisare. Per leggere l’articolo e vedere le immagini di quegli anni clicca qui: Corriere.it

Vocabolario utile

borsello: borsa da uomo. Borsetta: borsa da donna. Il suffisso cambia il significato della parola.
dolcevita: modello di maglione a collo alto.
zeppe: scarpe con un  rialzo di legno o di sughero.
sempre che: significa “purché” o “a patto che”
girare a vuoto: significa girare inutilmente, senza una direzione.

 

Piccola storia d’Italia con il panettone

panettoneIn un libro, Volevo fare il pasticcere, scritto con il giornalista Adriano Moraglio per Rizzoli, Alberto Balocco, l’amministratore delegato della Balocco spa, racconta la storia di una nota marca italiana di panettoni, la Balocco appunto, che è anche una piccola storia d’Italia.

E’ la storia di un’impresa italiana attraverso le vicende famigliari, dalla seconda metà dell’800 ad oggi. Dal laboratorio di pasticceria in piazza del Castello all’industria dolciaria che esporta panettoni in una sessantina di Paesi al mondo, ha un fatturato che sfiora i 170 milioni di euro e dà lavoro a 500 persone. Tutto a Fossano, cittadina di 25 mila abitanti nella pianura della provincia di Cuneo. Si parte da Antonio «Toni Balocc», l’iniziatore, con la drogheria che produceva bon bon pieni di liquore. Il figlio, Francesco Antonio («quell’anarchico di un Tonio»), partì poco più che bambino alla volta delle migliori confetterie torinesi per imparare il mestiere e, tornato a casa, aprì prima una, poi una seconda pasticceria nel centro di Fossano.Fu il figlio Aldo, subito dopo la guerra, a trasformare il laboratorio del padre in un’attività industriale, rendendola famosa per il panettone Mandorlato … Barbara Morra, La Stampa.

Con questa storia auguriamo ai nostri lettori un FELICE ANNO NUOVO!

Barolo americano

baroloL’azienda Vietti di Castiglione Falletto, maison storica e produttrice di alcuni tra i più quotati cru di Barolo, ha ceduto l’intera proprietà di cantina e vigneti (34 ettari) alla famiglia italoamericana Krause.

È la prima grande cessione a un investitore estero che si verifica sulle colline del Barolo, ma è anche qualcosa di più. «Sarà una partnership duratura e straordinaria», dice Luca Currado, che manterrà il ruolo di amministratore delegato, mentre il cognato Mario Cordero resterà direttore marketing e vendite. «Niente di Vietti cambierà, se non in meglio. Uniamo gli sforzi per perseguire insieme un programma di sviluppo in nome della qualità e della valorizzazione di un patrimonio vitivinicolo di eccellenza, unico nella storia di Langa». Roberto Fiori, La Stampa.

Note culturali e linguistiche

Un articolo interessante, perché traccia le vie del barolo e della sua produzione (v. anche l’immagine), e perché presenta il vocabolario legato ai vini (qui evidenziato in rosso).

EXPO 2015 -La forza tranquilla di una città

logo_expo_Il primo maggio, a Milano, si è inaugurato l’Expo. Da una parte è stata una giornata gioiosa, dall’altra i black bloc hanno imperversato nel centro della città, sfasciando banche e negozi e imbrattando muri. Volevano contestare l’Expo, ma hanno raggiunto il risultato opposto. Come dice bene Beppe Severgnini, “Sapete tutti cos’è successo il 1° maggio a Milano. Volete una prova della stupidità dei devastatori? Hanno decretato il successo istantaneo di Expo 2015, oggetto del loro volubile odio.

Due giorni trascorsi sul posto non lasciano dubbi: la gente arriva ed è felice. L’architettura è spettacolare, le prospettive emozionanti, il cibo (dove c’è) è buono, l’umore eccellente. Chi ha frequentato le migliori Olimpiadi (Torino 2006, Pechino 2008, Londra 2012) e i grandi Mondiali di calcio (Germania 2006) ritrova lo stesso umore gioioso. Expo 2015 — sono bastati due giorni per capirlo — sarà una festa mobile. Un posto dove ragionare e divertirsi; e alcuni — vedrete — riusciranno a fare le due cose insieme. Il confronto tra gli spettri nerovestiti e i bambini in bianco che, la mattina del 1° maggio, cantavano «Siam pronti alla vita / l’Italia chiamò!» è impietoso: e a perdere non sono i bambini. Corriere della Sera.

Note di cultura

Expo 2015, ufficialmente Esposizione Universale Milano 2015, è l’esposizione mondiale programmata a Milano tra il 1º maggio e il 31 ottobre 2015. Il tema selezionato per l’Expo 2015 è “Nutrire il pianeta, energia per la vita” e intende includere tutto ciò che riguarda l’alimentazione. Cliccando sul sito ufficiale, EXPO, troverete tutte le informazioni su cosa trovare e come visitarlo.

Black bloc è un termine inglese che definisce un gruppo di individui di diverse nazionalità dediti ad azioni di protesta spesso violenta e caratterizzata da atti vandalici, devastazioni, disordini e scontri con le forze dell’ordine.

Siam pronti alla vita” hanno cantato i bambini del coro dei Piccoli Cantori di Milano all’Expo, cambiando le parole dell’inno nazionale italiano. Il testo originale infatti dice “Siam pronti alla morte”. Per saperne di più clicca qui.

 

Come nasce il panettone

Il Sole 24 Ore ha dedicato questo interessante articolo al protagonista delle feste natalizie e di fine d’anno in Italia, il “panettone”.
Veniamo a sapere che oltre 40 milioni di panettoni finiscono sulle tavole degli italiani. Un mercato, ci informa l’articolo, che vale quasi 200 milioni di euro e che dal punto di vista industriale richiede un’organizzazione “militare”. Negli ultimi mesi dell’anno gli stabilimenti produttivi dedicati a questi dolci lavorano incessantemente, 24 ore al giorno senza sosta.
Ma come si crea un panettone? E soprattutto come si gestisce una produzione da milioni di pezzi? Per scoprirlo siamo andati nel distretto alimentare di Verona, in Bauli, leader di mercato nel settore delle ricorrenze. Se siete interessati a visitare una fabbrica di panettoni, Il Sole 24 Ore offre ai suoi lettori un tour guidato. Cliccate sul video per partecipare alla visita.

Sole24Ore

Note di cultura
I distretti industriali rappresentano un modello di sviluppo industriale caratteristico dell’economia italiana. I distretti costituiscono un tessuto di piccole imprese di origine artigiana, distribuite a macchia di leopardo su tutto il territorio italiano e fortemente radicate nella produzione tradizionale di prodotti locali. Oggi, la legislazione italiana riconosce e tutela circa 200 distretti industriali, distribuiti in aree geografiche ristrette Alcuni di questi distretti hanno raggiunto gradualmente rilevanti quote di mercato in produzioni di nicchia.
Il Sole 24 Ore dedicherà nel 2014 65 puntate, per descrivere altrettanti diversi distretti industriali distribuiti dal nord al sud d Italia.
Se siete curiosi di vedere quali sono e cosa fanno cliccate su Il Sole 24 Ore .

L’impronta delle imprenditrici

Uno studio del Confartigianato Lombardia («È lei il titolare?») fotografa la cultura del lavoro che esprimono le imprenditrici italiane, “l’impronta che le donne danno alle imprese che guidano, le differenze con la governance maschile e il rapporto che si viene a creare con i dipendenti, i fornitori e la famiglia. E alla fine quella che emerge … è … una nuova dimostrazione della vitalità delle Pmi italiane”.
E per quel che riguarda la differenza con la governance maschile, l’articolo continua dicendo, “Nelle aziende rosa le risorse umane e le relazioni orizzontali sono centrali. Il noi prende il posto dell’io. Il cliente ha sempre ragione ma anche i dipendenti. Le donne incoraggiano la partecipazione, la condivisione del potere e delle informazioni. Per raggiungere quest’obiettivo alcune imprenditrici organizzano riunioni mensili o bimestrali all’interno dell’azienda”. Corriere della Sera.

Uso della lingua
Confartigianato Lombardia: è un’orgazzazzione che rappresenta le piccole e medie aziende della regione Lombardia (capitale Milano)
Pmi: sigla che sta per piccole e medie imprese
rosa: è il colore che denota la donna.

I migliori gelati d’Italia

Fiordiluna a Trastevere, Roma, via della Lungaretta 96. Ci sono solo coppette in questa famosa gelateria di Trastevere, niente coni. Il perché lo spiega il signor Aldo, titolare del posto con il fratello Fabio: «I coni non avrebbero la stessa qualità del nostro prodotto». Niente gusti strani qui da Fiordiluna: «Facciamo i classici e li facciamo bene e poi siamo specializzati in sorbetti. La frutta viene da produttori che conosciamo personalmente e sa di… frutta». I gelati qui sono perfetti anche per chi soffre di intolleranze: «Chi viene da noi sa esattamente cosa trova in ciò che gusta» conclude.

Io Donna, la rivista femminile del Corriere della Sera propone un itinerario tra le migliori gelaterie d’Italia.  Io Donna.

E con l’augurio di girare per l’Italia e gustare i suoi meravigliosi gelati vi salutiamo.
Ricominceremo gli aggiornamenti all’inizio di settembre.

Buone vacanze!

Scarpe Superga: un simbolo del made in Italy

Apre a Torino una mostra che celebra i 100 anni delle scarpe Superga. Gomma e tela. Ricordi di generazioni sui campi da tennis o nei cortili e storia del «made in Italy». Un percorso raccontato da oggi nello spazio delle Officine Grandi Riparazioni con la mostra «Happy birthday, baby», pronta a celebrare il primo centenario del marchio torinese, voluto nel 1911 da Walter Martiny: lo scopo era lavorare e produrre articoli in gomma. … su cui hanno camminato milioni di piedi. Che hanno praticato sport, ballato nelle discoteche, attraversato città, e che non se ne sarebbero separati mai, d’estate o d’inverno: perché la moda l’ha consacrata tendenza. E questa è naturalmente una delle chiavi di lettura della mostra, aperta sino al 20 ottobre, fianco a fianco al progetto museale «Fare gli italiani» realizzato per il 150 anni dell’Unità d’Italia. «Non un caso, in uno spazio ex-industriale» dice Massimo Temporelli, il curatore. «Entrando nella storia della produzione di questa scarpa si scoprono le potenzialità creative, tecnologiche, di impatto sociale e di stile che hanno cambiato il nostro Paese». La Stampa.

Uso della lingua

Si notino alcune frasi piuttosto elaborate, come “la moda l’ha consacrata tendenza“, che significa che le scarpe Superga sono diventate di moda; oppure “di impatto sociale e di stile“, perché le scarpe Superga sono un segno di appartenenza sociale, oltre che una tendenza della moda.

La Whirlpool assume 1200 pecore

Un gregge di 1.200 pecore ha varcato per la prima volta i cancelli di una grande fabbrica senza timbrare il cartellino, ma con il compito di tagliare il prato in cambio di una buona razione di erba primaverile. L’iniziativa è frutto di una collaborazione fra Coldiretti e Whirlpool, che nel proprio stabilimento di Cassinetta di Biandronno (Varese) ha ‘assunto’ il maxigregge per rasare i cinque ettari di prato che circondano la fabbrica. “Con la bella stagione e la ricrescita dei prati – spiegano da Coldiretti – diventa necessario provvedere periodicamente al taglio, che  quest’anno non è stato affidato a macchine falciatrici ma alle pecore”. “In questo modo – assicurano dalla confederazione degli imprenditori agricoli – trae vantaggio l’ambiente, essendo le pecore falciatori a impatto zero, ma anche l’allevatore, grazie a un pascolo a fronte di una progressiva riduzione degli spazi verdi e del forte aumento dei costi delle materie prime necessarie all’alimentazione degli animali” La Repubblica

Uso della lingua

timbrare il cartellino: e’ quello che deve fare un operaio quando entra in fabbrica. (to punch the clock/to clock in)
rasare: e’ una metafora per dire che brucando le pecore rasano l’erba come dei rasoi.

Vespa, un mito al cinema

A raccontarne la storia del celebre veicolo è l’esposizione “La Vespa e il Cinema”, al Museo Piaggio di Pontedera.   In mostra, a bordo della mitica Vespa,  i ritratti delle grandi star del cinema, da Marcello Mastroianni a Virna Lisi, da Raquel Welch a Ursula Andress, ma anche Henry Fonda, Gary Cooper, Anthony Perkins, Jean-Paul Belmondo, Milla Jovovich, Eddie Murphy, Owen Wilson o Gérard Depardieu.

La due ruote di casa Piaggio è stata immortalata in decine di film: dalla ‘Dolce Vita’ di Federico Fellini, a ‘Caro Diario’ dove Moretti la guida con fare scanzonato, zigzagando tra le strade deserte di una Roma di Ferragosto. Gregory Peck ci porta a spasso Audrey Hepburn facendo lo slalom tra i sanpietrini in “Vacanze Romane”. Nel film “Alfie”,  Jude Law più irresistibile che mai rubava cuori scorrazzando per le vie di Manhattan sulla sua 2 ruote Piaggio. Era gialla invece la Vespa di Nicole Kidman, che attraversava le vie della Grande Mela in “The Interpreter” di Sydney Pollack.  Con le oltre 200 immagini di filmati storici, spot d’antan, foto di scena e proiezioni delle più celebri pellicole, “La Vespa e il Cinema” ripercorre più di mezzo secolo di sogni su due ruote.  Eclettica, pop, personalizzata nei modi più stravaganti e persino ironica, la Vespa oggi è uno status symbol dall’eleganza sbarazzina, con una carriera cinematografica da grande star. L’Espresso

Uso della lingua

sampietrini: sono le pietre usate per pavimentare le strade di Roma. Ma nell’antichità erano usate per pavimentare Piazza San Pietro a Roma, da cui il nome.
due ruote e quattro ruote:  un modo diverso di chiamare lo scooter e l’automobile. Utilizza una figura retorica che si chiama sineddoche, dove una parte del nome sta per il tutto.